di: Andrea Spinelli Barrile | 15 Aprile 2025
In Benin, ad Ayedero, è stata lanciata la campagna agricola 2025-2026. È stato il ministro dell’Agricoltura, dell’allevamento e della pesca, Gaston Cossi Dossouhoui, ad aprire ufficialmente la nuova stazione, durante un evento cui erano presenti diversi attori del settore agricolo. L’evento si è svolto in due aziende agricole distinte: la Ophel, di Biaou Jacques Metchi, e la Ecoferme Maktub, di Armand Tobossi. Con il tema “Migliorare la produzione vegetale e animale nel contesto del cambiamento climatico: quale strategia per una gestione concertata delle risorse naturali?”, la campagna agricola 2025-2026 del Benin di pone l’obiettivo di rafforzare la resilienza del settore agricolo di fronte alle sfide climatiche.
All’evento, il ministro Dossouhoui ha pronunciato un discorso con cui ha accolto con favore i risultati delle campagne precedenti, “ottenuti attraverso la mobilitazione collettiva”, e ha chiesto che questo slancio continui con la stessa energia: sono state annunciate una serie di misure a favore dei produttori per questa nuova campagna. Tra le principali, l’assunzione di 223 agenti di diritto pubblico statale per supportare l’attuazione delle politiche agricole e avvicinare i servizi ai produttori, la fornitura di 180.000 tonnellate di fertilizzanti, 115.000 tonnellate di urea al 46% e 55.000 tonnellate di fosfati a prezzi sovvenzionati, l’introduzione di nuove varietà agricole adattate e un maggiore supporto tecnico, lo sviluppo di filiere per radici e tuberi (manioca, patata dolce, igname), con particolare attenzione alla trasformazione, alla commercializzazione e al maggiore coinvolgimento del settore privato e un migliore utilizzo delle aree sviluppate, attraverso un accesso più ampio a input e servizi di qualità, al fine di aumentare la produttività e la competitività dei settori.
Durante l’evento Dieudonné Alladjodjo, vicepresidente della Camera nazionale dell’agricoltura, ha sottolineato le sfide di questa campagna: la necessità di innovazione nella gestione delle risorse naturali, il miglioramento della governance locale, che va resa “inclusiva e partecipativa, basata su quadri giuridici chiari”.
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