di: Gianfranco Belgrano | 11 Febbraio 2025
Un grande lavoro, condotto nel corso degli anni, ripagato da una crescente presenza di realtà africane. Lo sottolinea Renzo Piraccini, presidente di Macfrut – una delle principali fiere internazionali dedicate all’ortofrutta – intervistato da Africa e Affari a margine della quarta edizione dell’Italia-Tanzania Business Forum, in corso oggi e domani a Dar es Salaam.
Presidente Piraccini, avete creduto nel continente africano e i numeri vi hanno dato ragione.
“Lo scorso anno abbiamo avuto più di 250 espositori africani, quest’anno gli espositori cresceranno molto. Queste sono le nostre aspettative, poi vedremo i risultati. Noi abbiamo sicuramente investito molto organizzando tante missioni. Credo che il motivo del nostro successo sia legato al format unico della fiera: offriamo una piattaforma dove ciascun operatore prepara prima tutti i suoi appuntamenti. Si seleziona tutto in anticipo, abbiamo un team apposito di dieci persone che un mese prima della fiera aiuta gli operatori a cercare i contatti giusti, così da dare anche tempo da dedicare alla visione di teologie che possono servire al proprio business”.
Cosa è emerso dalla vostra esperienza con l’Africa?
“In Africa manca una rete di servizi a supporto del mondo agricolo come siamo abituati ad avere in Europa dove abbiamo i consorzi agrari e altre strutture. E non si fa ricorso a contoterzisti per le varie lavorazioni. Questa strada deve essere seguita anche dall’Africa perché è difficile che un’azienda possa avere al suo interno le economie per dotarsi di tutto quello che le serve. In fiera è possibile toccare con mano le tecnologie che servono anche lì dove la manodopera costa poco, perché senza le tecnologie non ci può essere sviluppo. In Africa c’è poi il tema importantissimo della refrigerazione: si perde circa un terzo di tutta l’ortofrutta prima che questa arrivi al mercato. senza dimenticare l’altra pare legata alla tipologia della pianta, alla sanità vegetale. L’ortofrutta ha in definitiva grande potenzialità ma non si può improvvisare, ci vuole professionalità e la fiera consente questo passaggio”.
Un imprenditore agricolo africano con chi fa business?
“In Africa il business lo fai con l’Africa, perché qua l’ortofrutta costa molto più che da noi. Penso ai Paesi dell’Africa centrale: in Congo per esempio la frutta dei supermercati viene quasi tutta importata. Parliamo di una fascia di mercato che ha capacità di spendere e che cerca prodotti che spesso non si trovano localmente”.
Vale anche per la Tanzania?
“La Tanzania non è un Paese molto ortofrutticolo. L’Uganda, altro Paese dell’area, lo è sicuramente di più. Ma l’avocado sta crescendo molto. Nella zona degli altipiani può produrre un po’ di tutto e c’è un settore orticolo interessante finalizzato al mercato interno. Qui devo dire che il mercato principale è la penisola arabica anche a causa della chiusura del Golfo al passaggio delle navi. Il mercato globale è così, come è sufficiente che si sbocchi la situazione nel Mar Rosso perché cambi tutto”.
© Riproduzione riservata