di: Tommaso Meo | 12 Febbraio 2025
Anche le aziende di Paesi africani, come la Tanzania, devono essere preparate all’impatto che il Regolamento dell’Unione Europea (Ue) sulla deforestazione, in vigore dal 30 dicembre 2025, potrà avere sul loro business. Per questo motivo la società italiana di consulenza alle imprese Bergs&More ha tenuto oggi un side event informativo durante la seconda e ultima giornata dell’Italia-Tanzania Business Forum di Dar es Salaam.
L’obiettivo del regolamento, come hanno spiegato i professionisti di Bergs&More, è di garantire che determinate materie prime e prodotti venduti o esportati nell’Ue non contribuiscano alla deforestazione. Sono inclusi prodotti derivati da bovini, legno, cacao, soia, olio di palma, caffè, gomma e alcuni dei loro derivati.
Le implicazioni per i Paesi africani esportatori di queste materie prime sono significative. Le nuove norme richiedono che i prodotti non siano associati alla deforestazione, il che rappresenta una sfida in termini di adeguamento delle pratiche agricole e forestali, nonché di monitoraggio e certificazione delle catene di approvvigionamento.
“Sono problemi che si riflettono sui produttori extra-Ue lungo le supply chain e in particolare per quanto riguarda le commodities africane”, spiega Loredana Romolo di Bergs&More. “Si creerà un po’ di rimescolio nelle catene del valore dei grandi che si riforniscono da piccoli o medio-piccoli produttori, se questi ultimi non riescono a garantire i requisiti richiesti”, continua Romolo. “E quindi c’è l’occasione per altri produttori di entrare nella supply chain dove fino ad ora non potevano entrare”.
In questo scenario in mutamento, lo studio Bergs&More, con una sede anche a Nairobi, in Kenya, offre supporto alle imprese nelle negoziazioni e nell’adeguamento normativo: “Creiamo policy e procedure su misura in base alle esigenze e alle dimensioni dell’azienda, per facilitare la conformità alle regole”.
Come evidenziato nel seminario, esistono però anche strumenti gratuiti messi a disposizione dell’Europa alle aziende per geolocalizzare i prodotti. L’importante, anche per l’Africa, è farsi trovare pronti.
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