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Nord Africa: Bers finanzierà studi per Gregy, progetto elettrico tra Egitto ed Europa

di: Céline Dominique Nadler | 7 Maggio 2025

Il recente annuncio del finanziamento concesso dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) ad Elica Interconnector, controllata del Gruppo Copelouzos, per gli studi preliminari del progetto di interconnessione elettrica tra Nord Africa e Europa (Gregy), segna un passo significativo verso la realizzazione di un’arteria energetica cruciale tra Egitto e Grecia. L’iniziativa, promossa dal Gruppo Copelouzos fin dal 2008, si configura come un pilastro della nuova architettura energetica euro-mediterranea. L’infrastruttura cardine sarà un cavo sottomarino ad alta tensione in corrente continua (Hvdc) lungo tra i 950 e i 1000 km, destinato a collegare l’Egitto direttamente con la regione dell’Attica, in Grecia. Con una capacità di trasporto bidirezionale di 3.000 megawatt (3 Gw), il cavo è pensato per veicolare esclusivamente energia prodotta al 100% da fonti rinnovabili egiziane.

Gli obiettivi sono ambiziosi: incrementare la sicurezza energetica di Grecia e Unione Europea (Ue), contribuire alla transizione verde sostituendo circa 4,5 miliardi di metri cubi di gas naturale annui e abbattendo le emissioni di Co2 di circa 10 milioni di tonnellate all’anno. Inoltre, Gregy mira a posizionare la Grecia come hub energetico nel Mediterraneo orientale, fornendo energia pulita a prezzi competitivi.

Per contribuire al successo di Gregy, l’Egitto sta anche sviluppando 9,5 Gw di nuova capacità di generazione da fonti rinnovabili tra parchi solari ed eolici, volta ad alimentare il cavo intercontinentale. Inizialmente orientato sul fotovoltaico, il piano è stato rivisto per dare priorità all’eolico (75% della capacità), sfruttando l’eccezionale potenziale egiziano (venti medi di 10-11 metri al secondo) e meglio rispondendo alle esigenze della rete greca, caratterizzata da alta penetrazione solare e domanda notturna. Per questa componente di generazione, il Gruppo Copelouzos ha siglato un Memorandum of Understanding con Infinity Power, joint venture tra l’emiratina Masdar e l’egiziana Infinity.

Il progetto ha ricevuto un forte impulso dopo essere stato incluso nella sesta lista dei Progetti di Interesse Comune (Pci) e di Interesse Reciproco (Pmi) dell’Ue e nell’iniziativa Global Gateway. Il finanziamento della Bers, il cui importo non è stato specificato, consentirà di realizzare due studi preliminari. Si tratta di uno studio del percorso ottimale dei cavi e di un’analisi tecnica ed economica approfondita. Questo lavoro getterà le basi per lo sviluppo tecnico e finanziario del progetto. La Decisione Finale di Investimento (Fid) è attesa per quest’anno, con l’entrata in funzione nel 2030. Il budget totale stimato per Gregy è di 4,2 miliardi di euro e si prevede per esso un mix di finanziamenti tra investimenti privati dal Gruppo Copelouzos e potenziali partner, finanziamenti pubblici nazionali ed europei (lo status Pci/Pmi rende il progetto eleggibile per sovvenzioni Ue fino al 50% dei costi di costruzione), e prestiti da istituzioni finanziarie internazionali come la Bers. L’energia trasportata sarà ripartita: un terzo per l’industria e le utenze greche, un terzo per l’esportazione verso paesi Ue limitrofi, e un terzo per la produzione di idrogeno verde in Grecia, destinato principalmente all’export.

Questo progetto accende i riflettori su una strategia europea più ampia volta a diversificare le fonti energetiche e a ridisegnare la mappa energetica attraverso il Mediterraneo. Così il cavo Elmed, tra Tunisia e Italia, costituisce il primo collegamento diretto in corrente continua tra i due continenti. Questo cavo Hvdc da 600 Mw (220 km), che dovrebbe essere operativo tra Partanna (Sicilia) e Mlaabi (Tunisia) nel 2028, è congiuntamente promosso dall’italiana Terna e dalla tunisina Steg. Anche questo progetto, il cui costo totale è stimato in 850 milioni di euro, ha ottenuto lo status Pci dall’Ue.

Il cavo Xlinks tra Marocco e Regno Unito è invece un imponente progetto privato che prevede un cavo Hvdc da 3,6 Gw lungo 4.000 km – il più lungo mai proposto. L’energia verrebbe fornita da un parco dedicato alla generazione rinnovabile in Marocco, nella provincia di Tan-Tan, con 11,5 Gw di solare ed eolico, abbinato a un sistema di accumulo a batteria da 22,5 GWh/5 Gw. Il progetto ha attratto investitori di alto calibro come come Taqa, TotalEnergies, Octopus Energy, Ge Vernova e l’Africa Finance Corporation (Afc), con una Fid prevista quest’anno e l’inizio dei lavori entro il 2026. Xlinks, che rappresenta un test cruciale per la fattibilità di modelli di finanziamento prevalentemente privati su scale senza precedenti, ha un costo stimato tra 22 e 30 miliardi di dollari.

È inoltre in fase di sviluppo un terzo collegamento in corrente alternata (Ac) da 400 kV che aggiungerà 700 Mw di capacità alle due linea Ac che collegano attualmente Spagna e Marocco con una capacità combinata di 1.400 Mw. Questo progetto è portato avanti congiuntamente dagli operatori nazionali Onee (Marocco) e Red Eléctrica (Spagna), con un costo stimato di 169 milioni di dollari e una messa in servizio prevista entro il 2030. L’importanza strategica di questi collegamenti esistenti è stata evidenziata durante il blackout che ha colpito la penisola iberica poche settimane fa, quando il Marocco – unico paese africano interconnesso elettricamente con l’Europa – ha fornito un supporto cruciale alla rete spagnola.

Tra le altre interconnessione attualmente allo studio dell’Ue si trovano progetti di cavi tra Algeria e Italia, tra Marocco e Portogallo, e tra Egitto, Cipro e Grecia (EuroAfrica).

Queste interconnessioni sono vettori di profonde trasformazioni geopolitiche ed economiche. Per l’Unione Europea, in generale, rispondono all’urgenza di sicurezza e diversificazione energetica (RePowerEe), accelerano la decarbonizzazione (Green Deal Europeo) e rafforzano i partenariati con il vicinato meridionale (Global Gateway), e per Italia, Grecia e Spagna, in particolare, potrebbero rafforzare il loro ruolo di hub energetico mediterraneo. Per i Paesi del Nord Africa, rappresentano un’opportunità di diversificazione economica con l’export di elettricità e idrogeno verde, attrazione di investimenti, creazione di occupazione e modernizzazione del settore energetico nazionale.

Trasformando il Nord Africa in un esportatore chiave di elettricità rinnovabile e idrogeno verso l’Europa e aprendo immense opportunità industriali per aziende europee in cavi Hvdc, tecnologie di conversione e servizi Epc (ingegneria, approvvigionamento e costruzione), la società di ricerca norvegese Rystad Energy stima infine che i cavi Gregy, Elmed e Xlinks potrebbero fornire circa 55 TWh/anno all’Europa e coprire circa l’1,6% dell’attuale generazione totale europea.

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