di: Valentina Milani | 24 Aprile 2025
A quattro anni dalla legalizzazione della coltivazione della cannabis a fini medici in Marocco, il Journal of Legal Sciences ha pubblicato una guida dedicata alla regolamentazione della coltivazione e dell’uso della pianta. Il documento, redatto da accademici e giuristi marocchini, raccoglie riferimenti normativi e disposizioni operative per gli attori del settore, nel quadro della Legge n. 13.21.
La guida è stata realizzata da Abdel Salam al-Idrissi, professore all’Università Mohammed V di Rabat, dal ricercatore Chakib Al Khayari e da Nabil Bouhamdi, esperto di diritto e direttore della rivista. Secondo gli autori, lo strumento mira a fornire una base giuridica chiara a cooperative, agricoltori, investitori e funzionari pubblici per operare in conformità con la normativa vigente.
La guida pubblicata fornisce infatti un quadro dettagliato delle normative contenute nella Legge n. 13.21, che disciplina l’uso legale della cannabis in Marocco per scopi medici, farmaceutici e industriali. Il documento specifica le condizioni per l’ottenimento delle licenze da parte di agricoltori, cooperative e imprese, delineando i requisiti tecnici, i vincoli territoriali e le modalità di controllo. Inoltre, la guida chiarisce le responsabilità legali degli operatori autorizzati e offre indicazioni pratiche per la gestione delle attività lungo l’intera filiera, dalla coltivazione alla trasformazione e commercializzazione, al fine di garantire conformità giuridica e trasparenza nel nuovo quadro normativo.
“La documento intende facilitare la comprensione dei diritti e degli obblighi legati all’attività, evitando incertezze o violazioni”, ha dichiarato Al Idrissi. Al Khayari ha aggiunto che il documento assume particolare rilevanza in un momento in cui cresce il numero di licenze rilasciate per la coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione della cannabis. Attualmente, sono oltre 3.000 le autorizzazioni concesse nel Paese.
Il governo punta a strutturare il settore secondo criteri di legalità e sostenibilità, con l’obiettivo di favorire l’integrazione economica delle aree tradizionalmente legate alla coltivazione della cannabis, come la regione del Rif, e di aprirsi a nuovi mercati internazionali.
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