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Togo: Iniziativa Ananas Dolcetto, o come fare impresa con la Cooperazione italiana

di: Redazione | 2 Agosto 2023

A quattro anni dal suo avvio, il progetto Ananas Dolcetto volge al termine con un bilancio positivo: gli obiettivi possono dirsi centrati (nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia) e i semi gettati nella comunità togolese protagonista del progetto di cooperazione internazionale non solo sono germogliati ma continuano a crescere sempre più rigogliosi. Lo si legge in un comunicato in cui si fa il punto sul “Progetto Dolcetto”, promosso da Brio, realtà specializzata nella commercializzazione di ortofrutta biologica, in partnership con Coopermondo e Agrintesa come partner industriale e agronomico e Alce Nero per la commercializzazione. Co-finanziato da Aics–Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo nell’ambito del Bando Profit 2018, il progetto era stato avviato con l’obiettivo di sostenere, attraverso il modello dell’agricoltura cooperativa, lo sviluppo della comunità di Tsévie in Togo.

Il Togo è un Paese dove il 32,3% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e la coltivazione della terra occupa il 75% della popolazione attiva. “Ananas Dolcetto” – si legge nella nota – si presentava come un progetto di ampio respiro, dunque, “volto ad aiutare migliaia di piccoli agricoltori a esportare un prodotto di valore come l’ananas a prezzi remunerativi, garantendo ai produttori una fonte di reddito certa e continuativa e promuovendo un modello, quello cooperativo, che favorisse lo sviluppo sociale ed economico” di tutta l’area.

“Per l’Aics-Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, i risultati raggiunti dall’iniziativa Ananas Dolcetto rappresentano, in modo tangibile, cosa vuol dire fare impresa ‘in e con’ la Cooperazione italiana. – affermano Giuseppe Liso referente Aics-Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e Grazia Sgarra Direttrice Ufficio VII – Soggetti di cooperazione, partenariati e finanza per lo sviluppo -. Mostrano come l’innovatività, il trasferimento di conoscenze e di tecnologie, la sostenibilità sociale e ambientale e l’attenzione alla qualità di prodotto e processo, associata agli ottimi risultati in termini di commercializzazione e di ritorni economici per l’impresa e per le comunità locali, partendo e puntando sui produttori locali, con un approccio bottom-up, sono le chiavi di successo del modello di business ‘ISI’ promosso dall’Aics-Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Innovatività, Sostenibilità, inclusività segnano il successo di ‘Ananas Dolcetto’ in Togo e del fare impresa nei Paesi partner della Cooperazione”.

Oggi, secondo i promotori del progetto, l’obiettivo è stato raggiunto: “Siamo arrivati in Togo nel 2018 con un progetto etico ben chiaro in mente – commentano il presidente di Brio, Gianni Amidei, e quello di Agrintesa, Aristide Castellari – ovvero offrire alle comunità locali gli strumenti per crescere e per presentarsi sui mercati in modo più efficace. In questi quattro anni, oltre a tanti risultati concreti e tangibili, abbiamo trasmesso un valore ai nostri partner in Togo: un valore fatto di know-how agronomico e tecnologico, di sviluppo della qualità e di affiancamento commerciale, anche nell’apertura di nuovi canali per un prodotto unico che abbiamo promosso in Italia. Volevamo affiancare le comunità locali in un percorso di valorizzazione di una vera eccellenza: oggi Ananas Dolcetto nasce dal lavoro di imprenditori agricoli certificati bio e Fairtrade riuniti secondo quello stesso modello cooperativo che anima Agrintesa e Brio”.

Coopermondo, la Ong di Confcooperative, ha svolto un ruolo di assistenza tecnica, di formazione professionale e di rafforzamento della governance cooperativa. “I valori del modello cooperativo e la forza dell’aggregazione hanno permesso di aumentare le potenzialità sia economiche che manageriali dei produttori agricoli dell’area di intervento. La comunità di Tsevié ne ha tratto beneficio e l’esperienza potrà essere ripetuta utilizzando il know how acquisito dai locali. Questo è per noi buona cooperazione”, è il commento del presidente di Coopermondo, Marco Menni. [Da InfoAfrica]

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