di: Tommaso Meo | 12 Febbraio 2025
Energia verde, produzione di vino, estrazione mineraria ed economia circolare. Sono solo alcuni dei settori in cui le imprese di italiani sono impegnate in Tanzania. Le loro testimonianze sono state raccolte da un panel dedicato durante la prima giornata dell’Italia-Tanzania Business Forum in corso a Dar es Salaam.
A rappresentare una tra le più longeve realtà italiane in affari in Tanzania presenti alla conferenza, ci ha pensato l’ingegnere veronese Fiorenzo Chesini, fondatore e amministratore delegato dell’azienda vinicola Cetawico Limited. Sorta 20 anni fa sull’altopiano di Dodoma, a 1.100 metri di altezza, la Cetawico è un esempio di know-how italiano implementato con successo in un luogo adatto per clima e terreno. Già progettista di cantine vinicole, Chesini produce ora 5 milioni di litri di vino, di cui 1 milione per il mercato interno, oltre a 300.000 litri di distillato. “Le abitudini di consumo stanno cambiando, non riusciamo a soddisfare la domanda”, racconta.
Tra l’Italia e la Tanzania anche l’esperienza di Valentina Quaranta. Per anni cooperante nelle Ong e poi fondatrice della nazionale tanzaniana femminile di hockey su prato, Quaranta è oggi project manager di Off-grid Sun, società che si occupa, tra le altre cose, di clean cooking. L’azienda fondata a Cittadella, in provincia di Padova, nel 2016, distribuisce in Tanzania stufe migliorate che generano crediti di carbonio, anche per Eni. “Queste stufe hanno un impatto anche positivo a livello economico abbassando i consumi e infine hanno impatto a livello della salute perché riducono l’esposizione al fumo”.
Un esempio di economia circolare è quello di Leonardo Plinio Denti, amministratore delegato di Akofa East Africa, che nella regione costiera di Mkuruanga sta avviando un progetto di lavorazione di anacardi. Lo stabilimento si concentrerà sull’utilizzo di tutte la parti del frutto, guscio compreso che diventerà pellet.
Nel campo delle costruzioni il nome italiano di maggior esperienza in Tanzania è quello di Italframe Limited, come testimoniato durante il panel dall’Ad Massimo Tognetti. Fondata in Tanzania nel 1963 e specializzata inizialmente in strutture prefabbricate in cemento per capannoni industriali e hangar, l’azienda ha ampliato le attività a progetti commerciali, residenziali ed educativi. Tra i progetti recenti New French School e la Mandela Industrial Park a Dar es Salaam.
Nato in Tanzania e cresciuto in Italia George Mtemahanji, fondatore e amministratore delegato della Mutina Power, lavora invece nel settore delle rinnovabili “Collaboriamo da anni con un’azienda vicentina, la Zeco, che produce turbine per centrali idroelettriche”, spiega. “Ad oggi il 17% delle turbine presenti in Tanzania è realizzato da Zeco”.
Tra gli interventi anche quello di Francesco Dal Zennaro, amministratore delegato e direttore di Taurus, società attiva nel settore minerario (oro). La Taurus sta sviluppando progetti nel distretto di Igurubi anche in un’ottica di responsabilità sociale. Fondata nel 2010, la società opera in un settore di rilevante importanza e che sta ulteriormente crescendo negli ultimi anni. E nelle scorse settimane ha ricevuto un riconoscimento dalla presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan.
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