di: Michele Vollaro | 5 Dicembre 2024
L’Africa, con il 40% delle riserve mondiali di minerali critici come cobalto e manganese, è al centro dell’interesse internazionale per la transizione energetica: ha sottolinearlo è stato Tatsushi Amano, direttore esecutivo e responsabile globale per l’energia e le risorse naturali della Japan Bank for International Cooperation (Jbic), intervenendo ieri a una tavola rotonda d’alto livello sui nuovi flussi di investimento in Africa svoltasi durante l’Africa investment forum 2024 in corso a Rabat, in Marocco.
Offrendo una prospettiva chiara sul ruolo cruciale del Giappone nell’investire in Africa, Amano ha sottolineato che la Jbic si è progressivamente allontanata dal semplice supporto all’esportazione di attrezzature giapponesi, orientandosi invece verso gli investimenti diretti esteri (Ide). Tale approccio mira a sostenere investimenti esteri giapponesi nei settori minerari e industriali africani, garantendo però la creazione di valore locale. La necessità di sviluppare industrie di trasformazione domestiche, per ridurre la dipendenza dall’esportazione di materie prime grezze, è stata identificata come una priorità.
Tuttavia, permangono sfide significative, tra cui corruzione e carenze infrastrutturali, che richiedono una stretta collaborazione tra governi locali, istituzioni internazionali e investitori privati.
“Il nostro obiettivo non è solo finanziare, ma costruire partnership solide per trasformare le risorse africane in un motore di sviluppo locale, creando valore aggiunto e sostenendo la transizione verde globale”, ha detto Amano sottolineando come gli investimenti giapponesi, che combinano trasferimento tecnologico, sviluppo industriale e attenzione alla sostenibilità, rappresentano un modello virtuoso e come, attraverso tali iniziative, il Giappone consolida la sua posizione come partner strategico per l’Africa, contribuendo a trasformare il continente in un attore chiave nella catena globale del valore dei minerali critici.
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