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Africa: Piano Mattei, prime reazioni dopo la Cabina di Regia

di: Gianfranco Belgrano | 20 Marzo 2024

“Governance inclusiva, approccio partecipativo e di partenariato con i Paesi africani e concretezza”. Queste sono le parole chiave emerse dalla prima seduta della Cabina di regia sul Piano Mattei secondo Roberto Ridolfi, presidente di Link 2007 e tra i partecipanti alla riunione.

“Il nostro impegno, come Link 2007, è stato quello di fornire commenti sulla nota di sintesi ricevuta. In particolare, abbiamo sollevato la questione del partenariato con la società civile, che conta decine di migliaia di cooperanti nei Paesi africani. La cooperazione e l’esperienza della società civile sono preziose risorse anche per governi e imprese nel perseguire lo sviluppo sostenibile. Abbiamo inoltre evidenziato l’importanza della gestione del debito pubblico, che limita la capacità di fornire servizi sociali ai cittadini”.
Sulla questione del debito, Link 2007 è già intervenuta in passato e conta di farlo anche in vista del G7.

“Per garantire il successo del Piano Mattei che, come annunciato dalla presidente Meloni, già conta 9 proposte in altrettanti paesi, è essenziale mitigare i rischi in collaborazione con l’Unione Europea” ha detto Ridolfi. “Rischi sovrani, settoriali, sociali e finanziari devono essere affrontati con il contributo di tutti. Ognuno dovrà fare la propria parte. Noi della società civile possiamo contribuire a ridurre il rischio di escludere i più vulnerabili, di violare la dignità umana e i diritti sulla terra e di adottare pratiche non sostenibili”.

Infine, ha detto ancora il presidente di Link 2007, “abbiamo presentato la nostra esperienza nella promozione del capitale umano attraverso la formazione, un tema sollevato da tutti nella cabina di regia. Questo è fondamentale per creare occupazione dignitosa e sostenibile nei paesi che originano la migrazione e in Europa, dimostrando quanto sia importante la reciprocità tra il continente africano e quello europeo”.

Qualche giorno fa, era stata sempre Link 2007 a pubblicare un lungo documento di analisi sul Piano Mattei, firmato da Nino Sergi.

“Il Piano Mattei con l’Africa può avere successo?” – questo il titolo del documento – percorre in 12 capitoli l’ampio mondo della cooperazione allo sviluppo declinandolo rispetto al Piano Mattei.

“Per cominciare – si legge nell’articolo che ha accompagnato la diffusione del testo – occorre salutare con favore il fatto che l’Africa sia per il Governo italiano una priorità politica. Nel corso del recente vertice Italia-Africa, la premier Meloni ha auspicato che il Piano possa ‘rappresentare una pagina nuova nella storia delle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da qualsiasi tentazione predatoria’. Non si intravede per ora alcuna strategia complessiva che possa chiarire cosa si intenda per cooperazione da pari a pari, non predatoria. La novità sta comunque – e non è poco – nella piena e risoluta assunzione tra le priorità governative di uno speciale partenariato con un continente che confina con l’Italia e l’Europa attraverso le sponde del condiviso Mediterraneo”. Si tratta, si legge ancora, di un partenariato prioritario che richiederà il coinvolgimento delle competenze presenti nel sistema Italia: università, imprese, enti della società civile, enti territoriali, organizzazioni delle diaspore africane che rappresentano un ponte privilegiato tra l’Italia e i paesi di origine, ong di cooperazione allo sviluppo.

Fondamentale, si legge ancora, è l’aspetto finanziario. “Decine di migliaia sono i progetti realizzati negli anni, con validi partenariati tra Italia e Paesi africani, nonostante le risorse finanziarie siano rimaste sempre molto inferiori all’impegno internazionale di devolvere lo 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL) all’assistenza pubblica allo sviluppo (APS). A dispetto dei tentativi di “gonfiare” le cifre, nel 2022 l’Italia rimane, con erogazioni pari allo 0,33% del RNL, al 21° posto nella classifica OCSE”. Il Piano Mattei – viene sottolineato da Link 2007 – dovrà presto reperire strumenti finanziari che assicurino risorse “ben più consistenti dei pur significativi 5,5 miliardi di euro annunciati per il primo quadriennio”, ricavati dagli stanziamenti del Fondo italiano per il clima e della Cooperazione allo sviluppo. “La strada migliore per farlo è costruire un partenariato con l’Africa che coinvolga l’intera Unione europea. L’auspicio è che una maggiore attenzione per l’Africa possa influire anche sulle scelte delle istituzioni finanziarie internazionali e favorire il potenziamento delle istituzioni finanziarie africane per lo sviluppo”.

© Riproduzione riservata

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