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Con Bosca aumenta la produzione delle bollicine halal

di: Redazione | 25 Luglio 2017

“Avere il bicchiere in mano e sentirsi a proprio agio può fare la differenza”: sono queste le parole con cui Pia Bosca, amministratore delegato dell’azienda vinicola Bosca di Canelli in provincia di Asti, spiega a InfoAfrica le ragioni che l’hanno spinta a intraprendere la produzione di bollicine halal, dotate di una certificazione ad hoc che garantisce l’assenza di alcol.
La decisione di avviare questo tipo di produzione è stata presa alla luce dei recenti sviluppi sociali in Italia. Infatti, specifica Bosca, “l’idea di questo prodotto halal è nata un po’ al contrario. Noi abbiamo fatto un’analisi quasi presuntuosa basata sulle spinte migratorie di musulmani da diversi Paesi verso l’Europa che ha bisogno di una risposta nel senso di una più ampia integrazione. L’integrazione passa necessariamente attraverso l’educazione o la convivialità: per la prima, come azienda, non possiamo fare molto, ma ‘convivialità’, per noi, vuol dire avere il bicchiere in mano e brindare. E allora ci siamo chiesti: perché non dare a queste persone uno strumento per non essere a disagio, bere delle bollicine in tutta sicurezza, rispettando le regole della sharia? È nata da lì l’idea, e poi stiamo cercando di espanderci, perché no, anche ai Paesi musulmani”.
Il prodotto è disponibile in due versioni, delle quali vengono prodotte circa 5000 bottiglie annue dotate di certificazione halal, che ne attesta la conformità ai dettami della legge islamica rendendole disponibili anche sui mercati dei paesi musulmani.
Le bollicine halal della casa vinicola Bosca non sono l’unica produzione senza alcol dell’azienda astigiana, che da anni ha cominciato a esplorare le potenzialità esistenti nei Paesi islamici. Bosca è infatti già presente in Africa: 100.000 bottiglie di bollicine senza alcol sono state vendute in Nigeria, Gabon, Ghana e Senegal.
Obiettivo della casa vinicola è però convertire l’intera produzione delle bollicine senza alcol in modo che sia certificata halal. L’operazione di conversione non è semplice. Infatti, come racconta Bosca, “noi per adesso abbiamo un certificatore che è Halal Global, una società italiana con esperienza ventennale. Le procedure per ricevere la certificazione sono molto restrittive: i certificatori partono dalla materia prima, vogliono essere sicuri che il prodotto sia conforme alla regolamentazione halal, poi vengono in stabilimento, controllano tutto e finché non sono soddisfatti il certificato non viene emesso. In questo senso sono veramente rigidi, giustamente”.
In attesa che cresca la quota di mercato nei Paesi africani, Bosca ha raccontato quella che è la prima storia di successo, proprio ad indicare la sempre maggiore consapevolezza che grandi aziende multinazionali stanno acquisendo del potenziale di questo prodotto. Infatti, su tutti i voli Alitalia Etihad da e per i Paesi musulmani viene distribuito un bicchiere di bollicine halal, offrendo la possibilità ai passeggeri musulmani di bere delle bollicine in tutta sicurezza, secondo le norme della sharia.
© Riproduzione riservata
Per approfondire:

Una mappa ragionata del continente con bilanci, prospettive e criticità: al suo interno sarà possibile consultare i dati sull’export italiano e il calendario delle iniziative dell’Agenzia ICE in Africa nel 2017, lo stato della crescita e delle tensioni nel continente, i Paesi che sono cresciuti di più nel 2016.

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