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La chiusura di Usaid uno spostamento tettonico nel mondo della cooperazione internazionale

di: Redazione | 7 Febbraio 2025

di Jacopo Ottaviani data scientist e consulente per la cooperazione Europa/Africa

Il congelamento dei fondi di cooperazione statunitensi sta provocando uno tsunami le cui onde d’urto si propagano in tutto il mondo. Con un budget annuale di circa 68 miliardi di dollari (44 dei quali destinati all’agenzia di cooperazione internazionale USAID), gli USA sono stati negli ultimi decenni il principale donatore mondiale nel settore della cooperazione internazionale. Solo nel settore umanitario USAID ha contributo con 13,8 miliardi di dollari nel 2024, pari al 43% del totale registrato dal Financial Tracking Service (FTS) delle Nazioni Unite – un portale open data che monitora i contributi dei paesi nel settore umanitario. Per capire la portata di questa cifra, basti pensare il contributo statunitense è maggiore della somma dei contributi dei 10 maggiori donatori successivi messi insieme, paesi europei inclusi. 

Oltre agli aiuti umanitari, USAID ha svolto un ruolo fondamentale nel potenziare il commercio tra Stati Uniti e Africa, facilitando ben 401 accordi per un valore di 32,5 miliardi di dollari solo nell’ultimo semestre del 2024. Questo sforzo faceva parte dell’iniziativa Prosper Africa (il cui sito in questo momento appare offline, come quello di USAID), che mirava a migliorare gli scambi commerciali e gli investimenti tra gli USA e le nazioni africane.

Ora il presidente Trump su spinta del “DOGE” guidato da Elon Musk ha bloccato quasi completamente questi fondi, sospendendo i programmi USAID in oltre 130 paesi e di fatto smantellando l’intera agenzia fondata nel 1961 dal presidente John F. Kennedy. Ciò mette a rischio milioni di vite e posti di lavoro. Uffici delle nazioni unite quali WFP, FAO, UNFPA e altre oltre a migliaia di altre organizzazioni e imprese attive nel mondo dello sviluppo internazionale stanno ancora calcolando l’effetto del ritiro improvviso dei fondi USA. Ospedali, scuole, campagne di vaccinazione, progetti per l’ambiente e relativo indotto che ricevevano finanziamenti: rischiano di andare in fumo anni di progressi nello sviluppo globale. 

Quindi, che fare? Questa frattura senza precedenti rappresenta anche un’occasione storica per ridisegnare il sistema della cooperazione internazionale, oltre che gli equilibri nel mondo e in particolar modo in Africa. Innanzitutto per l’Europa, che ha l’opportunità di riempire il vuoto lasciato dagli USA e rafforzare il proprio soft power, rafforzando strumenti già esistenti come il Global Gateway Investment Package. E poi per l’Italia, che con il suo Piano Mattei per l’Africa, ha intuito in anticipo la necessità di partenariati alla pari con il continente, basati su interessi reciproci. 

Il momento perfetto per concretizzare questa visione è ora. L’Italia e l’UE dovrebbero ulteriormente rafforzare partnership paritarie e investimenti in settori chiave come energia, tecnologia, infrastrutture, manifattura, istruzione, sanità. Non assistenzialismo, ma scambio di talenti e co-sviluppo vantaggioso per tutti. Così facendo, l’Europa colmerebbe il vuoto del ritiro USA e si proporrebbe come partner affidabile per l’Africa, arginando anche l’avanzata di Cina, Russia, paesi del Golfo e Turchia anche questa incoraggiata dal ritiro dei fondi statunitensi.

Lo smantellamento dell’USAID rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria senza precedenti. Non si tornerà allo status pre-crisi: per questo una risposta celere con un aumento degli investimenti e una maggiore apertura verso i mercati africani sarà decisiva per determinare nuovi equilibri geostrategici più favorevoli all’Europa e all’Africa. Ciò che sembra coincidere con la fine della speranza per milioni di persone si può trasformare nell’alba di una nuova era di partnership più eque e sostenibili. L’Italia e l’Europa devono cogliere l’attimo e giocare le proprie carte.

 

Abbiamo ricevuto questo corsivo e volentieri lo pubblichiamo. Per approfondire il tema, suggeriamo la lettura anche dell’articolo Quanto vale per l’Africa la chiusura di USAID? pubblicato sul nostro sito il 5 febbraio 2025.

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