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Etiopia-Sud Sudan: due nuove strade per raggiungere Gibuti

di: Redazione | 27 Marzo 2017

Il porto di Gibuti

Due nuovi progetti di infrastrutture viarie collegheranno il Sud Sudan e l’Etiopia, permettendo a Juba di aprirsi una rotta alternativa verso il mare servendosi delle infrastrutture che collegano l’Etiopia con Gibuti.
Lo si apprende da media locali e di settori che in questi giorni sono tornati ad accendere le luci su due progetti di infrastrutture viarie allo studio già da un paio di anni. Si tratta dei collegamenti viari tra Boma, nel centro del Sud Sudan, e Raad, nel sud dell’Etiopia, attraverso le città di Bor e Dima. L’altra strada, più a nord, collegherà Pagak, nell’Etiopia occidentale, a Gamebella e Paoluge in Sud Sudan. La realizzazione delle due strade è stata sancita da un accordo raggiunto tra il primo ministro etiope Hailemariam Desalegn e il presidente del Sud Sudan, Salva kiir, che si sono incontrati il 24 febbraio scorso. Media sud-sudanesi riferiscono che le sezioni viarie interne all’Etiopia di entrambi i percorsi sarebbero già state realizzate. Date le difficoltà economiche e di sicurezza che il governo di Juba sta affrontando è molto improbabile che il governo sudsudanese sia in grado di finanziare il progetto. Tuttavia l’Etiopia si sarebbe detta disponibile a cofinanziare l’opera e a mobilitarsi per trovare sostegno finanziario internazionale. Le due nuove strade dovrebbero consentire al Sud Sudan di ottenere due nuove arterie per la circolazione di beni e merci a cominciare dal petrolio. Senza sbocco al mare il Sud Sudan è strettamente legato al Sudan per i suoi collegamenti con il resto del mondo, a cominciare dall’oleodotto fino a Port Sudan che consente l’esportazione della principale voce dell’economia sud sudanese: il petrolio.
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Per approfondire:
coverEtiopia2017
E’ uno dei Paesi che maggiormente interessano le aziende italiane. La nuova Etiopia, che da tre lustri fa parlare di sé e vuole confermare tassi di crescita elevati e costanti, è un Paese che attrae le aziende italiane e da molti in Italia considerato più vicino rispetto ad altri nuovi mercati africani.

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