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Salute animale: incrementare la cooperazione, “le malattie animali e umane non conoscono confini”

di: Redazione | 3 Marzo 2017

Contenimento di malattie potenzialmente devastanti per il settore dell’allevamento in tutta l’Africa australe e collaborazione nell’elaborazione di sistemi di tracciabilità e di filiera utili a rendere migliori le prestazioni dell’esportazione di carni verso i principali mercati internazionali: sono solo due delle “applicazioni pratiche” emerse ieri durante la prima giornata dei lavori del Convegno “Strengthening research capacità in veterinary science through the consolidation of a collaborative network” organizzato a Teramo dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e Molise (IZSAM) “G.Caporale”.
Dalla lunga giornata di lavori di ieri è emerso in maniera netta il ruolo centrale che l’IZS di Teramo si è riuscito a ritagliare nel settore Veterinario nel Continente africano. Un ruolo basato su oltre venti anni di collaborazione e cooperazione pratica “e sul campo”, come hanno sottolineato i delegati africani, con numerosissimi paesi africani.
Dalla realizzazione di studi congiunti all’installazione di laboratori, sino alla messa a punto di un sistema informatico (il SILAB Africa) che consente di creare un’anagrafe animale e di centralizzare le informazioni, “il lavoro degli ultimi 20 anni dell’IZS in Africa ci ha aiutato moltissimo ad individuare priorità e sfide, indicandoci al contempo il modo e i soggetti con cui trovare le risposte” come ha detto Joseph Masambu, responsabile dei Laboratori Veterinari della Tanzania.
“Siamo così convinti dell’utilità della collaborazione con l’IZS di Teramo che abbiamo deciso di portarla ad esempio anche all’interno della Commissione veterinaria dei paesi dell’Africa Orientale – ha aggiunto ancora Masambu – A cominciare dall’adottare il SILAB (il sistema informatico di anagrafe e informazione animale) come sistema standard per tutta la East African Community”.
Nei loro interventi di ieri anche i vertici della veterinaria di Botswana, Namibia, Zambia, Zimbabwe, Sudafrica, Angola, Mozambico hanno evidenziato l’importanza della collaborazione con l’IZSAM, mettendo in evidenza le sfide per il futuro.
“I confini tra i nostri paesi e nelle nostre zone sono solo sulla carta – ha detto Anna Songolo, direttore della Ricerca ed epidemiologia al ministero della Pesca e Allevamento di Lusaka, in Zambia – In Africa australe la mobilità degli animali dalle coste dell’Atlantico a quelle dell’Oceano Indiano è la norma. Per noi veterinari questo rappresenta una grande sfida, che ci impone di lavorare sempre di più in maniera congiunta”.
Le ha fatto eco Chandipawa Marobela, direttore del Laboratorio Veterinario Nazionale del Botswana, sottolineando come la mobilità delle comunità nomadi pastorali a cavallo delle frontiere, il furto di bestiame e i processi migratori degli animali stessi impone, ad esempio nel caso delle vaccinazioni, uno scambio di informazioni tra gli stessi paesi della regione. Per evitare di vaccinare ripetutamente uno stesso animale, consentendo anche un risparmio economico e la possibilità di liberare risorse per intervenire in altri campi.
Sono gli stessi delegati africani a chiedere all’IZSAM di giocare anche in questo un ruolo di raccordo, dal momento che tutti questi paesi utilizzano il sistema informatico messo a punto da Teramo.
Il ruolo centrale svolto dall’IZS di Teramo è stato riconosciuto e altamente sottolieanto dalle autorità italiane presenti nella prima parte della giornata inaugurale del Convegno “Strengthening research capacità in veterinary science through the consolidation of a collaborative network”.
Dal segretario generale del Ministero della Sanità, Romano Marabelli, a Emilio Ciarlo, responsabile delle Relazioni Istituzionali dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), è stato ripetutamente sottolineato il valore del lavoro svolto finora e testimoniato dalla presenza a Teramo dei vertici del mondo della Veterinaria Africana. Tanto Marabelli quanto Ciarlo hanno evidenziato l’importanza di mettere a sistema a beneficio del cosiddetto “Sistema Paese Italia” l’esperienza e la fiducia maturata nella partnership IZSAM-Paesi africani , trasformando l’Istituto di Teramo in una sorta di capofila, per quanto riguarda l’Africa, della cooperazione anche delle attività degli altri 9 Istituti Zooprofilattici Sperimentali esistenti in Italia.
Cooperazione, ma anche sviluppo, sia economico che sociale, dal momento che la crescita e il miglioramento della salute degli animali e quindi delle loro carni ha ricadute immediate sulla possibilità di arricchire la dieta delle popolazioni locali ma anche di alimentare un’attività economica importante come quella dell’intera filiera allevamento-carni.
Ecco perché ieri, oltre ai delegati africani, sono intervenuti anche i responsabili degli IZS di Puglia e Basilicata e quelli di Lazio e Toscana, in grado di integrare l’offerta di collaborazione di Teramo rispetto alle necessità espresse dai partner africani.
Il ruolo centrale di Teramo è stato salutato e riconosciuto come utile anche dai rappresentanti di alcuni dei principali organismi internazionali del settore veterinario che ieri hanno presentato a tutte le delegazioni gli strumenti (pratici e finanziari) messi a disposizione per lo sviluppo della veterinaria africana. E’ stato il caso di Tomolo Ishibashi, dellOIE, Organizzazione della Sanità animale delle Nazioni Unite, o quello di Eran Raizman, capo dell’Unità per i sistemi di prevenzione delle emergenze (EMPRES) o di Giovanni Cattoli, responsabile della sezione produzione e sanità animale della divisione congiunta creata dalla FAO e dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA/IAEA).
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