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Non è tutto oro quello che luccica

di: Gianfranco Belgrano | 2 Febbraio 2016

Ci capita spesso di assistere a iniziative dedicate a singoli paesi africani e pensate per mostrare a un pubblico generalmente composto di imprenditori, consulenti, export manager e dirigenti aziendali le cose belle di quel paese; gli asset, i punti di forza, gli elementi che possono invogliare a sceglierlo quale prossima meta di investimenti o di nuovo sbocco commerciale ai propri prodotti.
Rappresentanti diplomatici, istituzionali fanno le loro presentazioni, enfatizzando – anche giustamente se ci caliamo nei loro panni – incentivi fiscali, presenza di zone franche e di poli industriali, numeri e accordi. Spesso sono presentazioni ben fatte, in cui intervengono anche rappresentanti di pezzi di quel Sistema paese o Sistema Italia che un po’ alla volta si sta attrezzando per affiancare come meglio possibile le aziende italiane che vanno all’estero.
Quel che manca però, e lo abbiamo notato il più delle volte, è un inquadramento più completo che tenga conto delle criticità di quei paesi di cui si tessono le lodi.
Conoscere le criticità – scagli la prima pietra chi non ne ha – significa conoscere davvero quelli che possono essere i rischi d’impresa e prendere le doverose contromisure. Parlare in maniera nesta delle criticità di un paese africano – diverse da quelle cui magari siamo abituati – significa invogliare ancora di più a investire o ad aprire canali commerciali proprio in quel paese.
Per questo motivo, il numero di febbraio di Africa e Affari è stato dedicato alle crisi in corso in Africa. Perché non farlo significherebbe far vedere solo una faccia di un continente grande e complesso. L’Africa sta progredendo, i conflitti armati sono diminuiti, mentre è cresciuta la capacità politica di organizzazioni come l’Unione Africana di contrastare le crisi proponendo efficaci soluzioni politiche.

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