spot_img
0,00 EUR

Nessun prodotto nel carrello.

Tunisia Investment forum: Le imprese italiane sempre più numerose, intervista

di: Redazione | 24 Giugno 2022

La risposta italiana al Tunisia Investment forum (Tif) è “un segnale positivo, di volontà del Paese di riprendersi e di rimettersi sul mercato internazionale. Il Tif è sempre stato molto sollecitato prima del Covid e l’Italia è sempre stata tra i primi partecipanti”. A sottolinearlo, a margine del forum in corso da ieri al Ramada Plaza di Gammarth (Tunisi), è Denise Salustri, segretaria generale della Camera tunisino-italiana di Commercio e Industria (Ctici), intervistata da Africa e Affari durante uno dei consueti incontri tra imprenditori italiani e tunisini organizzati una volta ogni due mesi nella capitale.

“L’interesse italiano verso il mercato tunisino è sempre stato costante, ma si è vista negli ultimi tempi una ripresa post-covid, quando ci si è accorti che la struttura mondiale dell’economia era cambiata”, rileva Salustri, precisando che “le aziende che tendevano a produrre in siti più remoti, come quelli dell’Asia, si sono resi conto che la delocalizzazione non era più la chiave per il successo”.

La Tunisia è storicamente uno dei primi dei siti verso i quali l’Italia ha delocalizzato, “esiste pertanto una confidenza tra i due popoli in questo contesto, e nel contesto particolare in cui ci ritroviamo la Tunisia è stata uno dei primi siti verso i quali l’Italia ha guardato, sia dal punto di vista degli investimenti che da quello delle catene di approvvigionamento. Questa tendenza si sta accentuando, non solo per via del contesto post-covid, delle difficoltà logistiche di approvvigionamento dall’Asia, ma anche alla luce della nuova geopolitica dell’Europa dell’est”. Tutti elementi molto importanti per l’approvvigionamento dell’industria italiana, soprattutto nel comparto automotive. “La Tunisia dovrebbe  – insiste Salustri – riprendere un posto centrale nel Mediterraneo, sia sul piano produttivo, forte di una qualità del prodotto molto alta, che commerciale”.

L’Italia è il secondo partner commerciale in valore di scambi, primo fornitore della Tunisia, secondo cliente, secondo investitore straniero, complessivamente secondo partner dopo la Francia in termini di investimenti e di scambi. Circa 900 aziende italiane sono stabilmente installate in Tunisia.

Oltre al tradizionale comparto tessile si sta sviluppando la filiera ad alto valore aggiunto delle industrie meccaniche, elettroniche ed elettriche (Imme) che rappresentano ad oggi la parte più ampia delle esportazioni tunisine verso l’Italia. Si tratta principalmente di aziende che fanno offshoring in Tunisia e rivendono in Italia.

Durante l’apero-business di ieri sera, la Ctici ha annunciato la firma di una convenzione a favore di tutti gli aderenti alla Camera con una compagnia di assicurazione, la Gat Assurances.

Il Tunisia investment forum del 22 e 23 giugno è organizzato dall’Agenzia tunisina per la promozione degli investimenti esteri (Fipa), con il partenariato del Gruppo Banca Mondiale, e richiama circa un migliaio di partecipanti per questa XX edizione, la prima dopo il Covid.  [Dalla nostra inviata a Tunisi]© Riproduzione riservata

Leggi il nostro focus dedicato alle opportunità presenti in Tunisia: https://www.africaeaffari.it/rivista/quale-tunisia

Articoli correlati

Partecipa

spot_img

I Podcast

spot_img

Rubriche