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In apertura di Coopera 2022, Di Maio si auspica un partenariato consolidato con l’Africa

di: Redazione | 23 Giugno 2022

Oltre alle emergenze e crisi (pandemia, Afghanistan, Ucraina) in cui si è contraddistinta per la centralità conferita al rapporto e al dialogo con tutti gli attori del Sistema di Cooperazione – dagli enti locali agli istituti di ricerca, dalle organizzazioni della società civile al settore privato -, la Cooperazione italiana allo Sviluppo è riuscita, grazie alla nuova architettura dell’aiuto pubblico allo sviluppo sancito dalla riforma del 2014, a consolidare azioni svolte nell’ottica di uno sviluppo inclusivo e sostenibile in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare nel continente africano, dove si collocano 11 dei 20 paesi prioritari della Cooperazione italiana. Lo ha detto il ministro italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, in apertura della Seconda Conferenza nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, Coopera 2022, in corso fino al 24 giugno presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma.

“L’Italia è fortemente impegnata a promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale dei Paesi africani, come dimostrano le recenti e programmate aperture di nuove ambasciate, Uffici ICE e Istituti di Cultura in diverse capitali africane”, ha ricordato il ministro Di Maio, precisando che “l’impegno dell’intero sistema italiano di cooperazione in Africa ha visto un significativo aumento nel triennio 2018-20 che è passato da circa 340 milioni di euro erogati nel 2018 ai circa 438 erogati nel 2020, secondo dati certificati dall’OCSE”. 

“Siamo un partner importante per l’Africa anche grazie anche alle caratteristiche del nostro tessuto produttivo”, ha scandito il ministro degli Esteri, in riferimento al modello delle piccole e medie imprese italiane, idoneo al tessuto economico africano. Il sostegno fornito alla  presenza delle imprese italiane nell’area subsahariana mediante il rafforzamento della rete degli uffici ICE, con l’apertura di nuovi hub regionali a Nairobi e Dakar e l’organizzazione di missioni settoriali testimonia “la nostra volontà di consolidare il partenariato con questi Paesi e di creare un proficuo dialogo con le loro società civili per affrontare insieme sfide di sicurezza, di sviluppo sostenibile e di gestione più efficace del fenomeno migratorio”, ha aggiunto.

“Vogliamo responsabilizzare le forze più dinamiche dell’Africa, il continente con la più alta percentuale di giovani, tramite istruzione e formazione professionale, trasferimento di tecnologie, rafforzamento delle capacità imprenditoriali e creazione di posti di lavoro di qualità”, ha sottolineato il numero uno della Farnesina, prima di ribadire che “l’Italia è determinata a mantenere il continente africano al centro dell’azione internazionale”, dopo aver riservato al continente lo scorso anno una sessione della riunione dei Ministri degli Esteri del G20 nonché un’attenzione specifica all’Africa a inizio mese in occasione del Consiglio Ministeriale OCSE presieduto dall’Italia nell’ottica di un nuovo rapporto di partenariato tra economie avanzate e paesi africani.

La lotta all’insicurezza alimentare “è tradizionalmente un obiettivo prioritario della Cooperazione italiana”, ha proseguito il capo del Ministero degli Esteri, che, alla luce delle penurie e dell’aumento dei prezzi di risorse energetiche, cereali e fertilizzanti causati dal conflitto in Ucraina, ha convocato lo scorso 8 giugno in collaborazione con la FAO un Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla sicurezza alimentare nell’ambito delle iniziative promosse in ambito G7 verso i Paesi più colpiti dalla crisi alimentare, con l’obiettivo di individuare soluzioni per mitigare gli effetti della guerra nel Nord Africa e nel Mediterraneo.

“Siamo convinti che costruire la pace, promuovendo società inclusive e rispettose dei diritti umani, passi anche per un rafforzamento della sicurezza alimentare. Conflitti locali e tra paesi, tensioni sociali e migrazioni sono strettamente correlate all’insicurezza alimentare, come nel caso del Sahel e del Corno d’Africa”, ha concluso il capo della Diplomazia italiana, il cui crescente impegno per raggiungere l’obiettivo di Fame Zero si è tradotto con un aumento delle rispettive erogazioni dai circa 78 milioni di euro nel 2018 agli oltre 93 nel 2020. 

Luigi Di Maio ha anche dedicato un pensiero tra gli altri all’Ambasciatore italiano in Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio e a Paolo Dieci, Presidente del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, “che hanno perso la vita mentre si adoperavano per costruire un mondo più equo e giusto” e ai quali “si ispira anche il nostro contributo alla costruzione un futuro in cui nessuno sia lasciato indietro”.

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