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Africa: Il continente non resta indifferente al conflitto in Ucraina

di: Redazione | 2 Marzo 2022

Le reazioni dei governi africani all’attacco russo all’Ucraina sono quasi tutte unanimi: condanna dell’azione militare di Mosca, espressa in modo più o meno forte, e auspicio che la controversia possa essere risolta con il dialogo diplomatico. È quanto richiede l’Unione africana, che per prima il 24 febbraio, giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha pubblicato una nota congiunta del suo presidente Macky Sall e del commissario Moussa Faki Mahamat, in cui esprimevano “profonda preoccupazione” chiedendo alla Russia di rispettare il diritto internazionale, l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina.

Una posizione a cui si è allineata anche l’Ecowas, il blocco regionale di 15 Paesi dell’Africa occidentale. Di fatto buona parte delle cancellerie africane hanno condannato la decisione russa di invadere l’Ucraina. Con qualche distinguo: la Guinea ad esempio non ha espresso una posizione ma ha deciso di sospendere e sanzionare il console onorario dell’Ucraina a Conakry, Charles Amara Sossoadouno, accusato di aver fatto circolare sui social un documento che invita la Guinea e la giunta militare a prendere posizione sul conflitto, contro la Russia.

Il Sudan ha invece mostrato sostegno incondizionato a Mosca: il giorno dell’invasione dell’Ucraina infatti uno dei leader della giunta militare al potere a Khartoum, Mohamed Hamdan Dagalo, era a Mosca e ha incontrato il governo russo per discutere delle relazioni bilaterali Russia-Sudan, con il Paese africano in cerca di investitori.

Venerdì scorso il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha sottolineato la propria speranza di una mediazione, invitando il Consiglio di sicurezza Onu a mettersi tra le due parti per mediare e, sempre la scorsa settimana, il ministero degli Esteri sudafricano ha pubblicato una nota chiedendo alle truppe russe di ritirarsi dall’Ucraina dichiarandosi “costernato per l’escalation”. Nonostante questa posizione, questa mattina il ministero degli Esteri russo ha sottolineato che con il Sudafrica ci sono “forti legami di amicizia e cooperazione” pubblicando un tweet per commemorare i 30 anni dall’instaurazione dei rapporti diplomatici tra i due Paesi. Il Sudafrica è l’unico Stato africano a far parte dei cosiddetti Brics, il gruppo di economie emergenti che comprende anche Brasile, India, Cina e appunto Russia.

Il Kenya, tramite il suo ambasciatore alle Nazioni unite, ha condannato la decisione russa di invadere l’Ucraina appellandosi alla Carta delle Nazioni che “continua ad appassire sotto l’assalto implacabile dei potenti”. Anche Gabon e Ghana, attualmente membri non-permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, hanno condannato le azioni russe contro l’Ucraina. Questi tre Paesi sono stati i primi Paesi africani in assoluto ad esprimersi sul conflitto, durante la riunione del Consiglio di sicurezza Onu del 24 febbraio scorso.

L’Egitto conta 3.500 studenti in Ucraina e, similarmente a Cina e India, si è detto “preoccupato” ma non ha condannato apertamente l’attacco russo all’Ucraina e lo stesso ha fatto la Nigeria, dove tuttavia si sono tenute manifestazioni di protesta ad Abuja di fronte all’ambasciata russa per chiedere “pace” e “libertà per il popolo ucraino”. Il governo nigeriano inoltre ha denunciato le condizioni di difficoltà dei 4.000 studenti nigeriani presenti oggi in Ucraina, che avrebbero problemi ad attraversare il confine con la Polonia, ma non si è mai apertamente schierato sull’iniziativa russa.

Il Marocco non si è ufficialmente espresso, nonostante sia il Paese con il più alto numero di propri cittadini attualmente presenti in Ucraina, circa 8.000 solo gli studenti universitari.

Non sono invece pervenuti commenti ufficiali da Repubblica Centrafricana, Mali e Burkina Faso, Paesi dove l’impronta russa è sempre più forte: in Rca opera il gruppo Wagner, in accordo con il governo locale, mentre la giunta militare al potere in Mali ha sempre manifestato l’intenzione di rimpiazzare le forze Barkhane e Takuba con i mercenari del Wagner. Quanto al Burkina Faso, nei giorni del golpe, mostrava una forte inclinazione verso la Russia, con le bandiere in piazza sventolate dai sostenitori dei golpisti. [Da Redazione InfoAfrica]© Riproduzione riservata

Leggi il nostro numero “Africa 2022” per conoscere le prospettive in corso nel continente: https://www.africaeaffari.it/rivista/2022-un-anno-di-consolidamento

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