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Aree emergenti e crisi, investire in Africa e Medio oriente “si deve”

di: Redazione | 24 Ottobre 2014

Alla crisi si risponde assumendo rischi in aree emergenti e per farlo occorrono informazioni, reti di supporto e strumenti. Questo, in estrema sintesi, il messaggio arrivato ieri da Confindustria nel corso di un incontro organizzato da Confindustria Assafrica & Mediterraneo e Banca Ubae. “In un momento di forte stallo dell’economia nazionale abbiamo voluto incoraggiare le imprese italiane a valutare l’opportunità di internazionalizzare il proprio business” ha detto Mario Sabato, direttore generale di Banca Ubae. Lo stesso ha poi sottolineato come, nonostante l’attuale fase di instabilità, la sua banca abbia tuttora rapporti quotidiani con la Libia, dove ha un ufficio di rappresentanza operativo e dove non si è mai smesso di assumere il rischio Paese.
“Il ciclo storico di crescita dei paesi industrializzati è ormai al termine: occorre guardare ora le aree emergenti. Africa, Mediterraneo e Medio oriente sono mercati complessi e diversificati per i quali occorrono conoscenza, reti di supporto e strumenti” ha sottolineato Pier Luigi d’Agata, direttore generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
All’incontro erano presenti gli advisors di Banca Ubae e questo è stato lo spunto per esaminare i vari paesi in cui è concentrata l’azione di questo istituto fondato nel 1972 come ‘Unione delle Banche Arabe ed Europee’ con l’obiettivo di sviluppare le relazioni tra l’Europa e i paesi dell’Africa (settentrionale e subsahariana) e del Medio Oriente.
All’iniziativa di ieri, all’interno del Tavolo istituzionale di apertura dei lavori, erano presenti Nicola Lener, del Ministero degli Affari Esteri, Pier Francesco Gaggi, Responsabile Relazioni Internazionali di Abi, Massimo D’Aiuto, amministratore delegato e direttore generale di Simest e Alessandra Ricci, direttore dell’area business di Sace.

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