di: Andrea Spinelli Barrile | 19 Maggio 2025
L’economia della Nigeria ha registrato nel 2024 la crescita più rapida degli ultimi dieci anni, trainata da un forte quarto trimestre e da una posizione fiscale migliorata. Tuttavia, la Banca mondiale avverte che l’inflazione, ancora molto elevata, rappresenta una sfida significativa nel contesto delle audaci riforme economiche del presidente Tinubu.
In un report diffuso ieri, la Banca mondiale afferma che il Pil nigeriano è cresciuto del 3,4% lo scorso anno: un tasso che, escludendo gli anni della pandemia di Covid-19, è il più alto dal 2014. Secondo l’ultimo Nigeria Development Update dell’Ufficio nazionale di statistica nigeriano, citato da Reuters, la crescita è stata trainata soprattutto dalla ripresa del settore petrolifero e del gas, e dalla forte espansione dei comparti tecnologico e finanziario.
La Banca mondiale prevede che il tasso di crescita dell’economia nigeriana aumenterà ulteriormente nel 2025, attestandosi al 3,7%. Tuttavia, ha segnalato che il settore agricolo ha mostrato una crescita troppo lenta, ostacolata soprattutto dall’insicurezza nella cosiddetta Middle Belt (un’area che comprende 14 Stati nel centro del Paese) e dagli alti costi di produzione: centinaia di migliaia di ettari di terreno sono stati abbandonati a causa dei continui e violenti scontri tra agricoltori e pastori, comunità locali e gruppi jihadisti o bande armate.
Durante la presentazione del rapporto, tenutasi nella capitale Abuja, la Banca mondiale ha comunque elogiato le riforme del governo Tinubu. Il presidente, eletto nel 2023, ha avviato un’ampia serie di interventi economici: tra questi, l’eliminazione dei sussidi alla benzina, la riduzione delle sovvenzioni all’elettricità e una doppia svalutazione della moneta locale, la naira.
Tuttavia, se da un lato queste misure stanno contribuendo a riequilibrare i conti pubblici, dall’altro stanno allargando la forbice delle disuguaglianze. La maggior parte dei nigeriani sta affrontando la peggiore crisi del costo della vita degli ultimi trent’anni: l’inflazione persistente e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari stanno facendo impennare i tassi di povertà. Secondo l’aggiornamento della Banca mondiale, nel 2024 quasi la metà della popolazione viveva in povertà, rendendo la Nigeria la seconda nazione con il più alto numero di persone povere al mondo, dopo l’India. L’Indice globale della fame 2024 colloca il Paese al 110° posto su 127, e circa un terzo dei bambini soffre di ritardi nella crescita a causa della denutrizione cronica.
Sebbene l’inflazione sia prevista in calo nel corso dell’anno, secondo le stime resterà comunque elevata, con una media attesa del 22,1%. “I redditi da lavoro non hanno tenuto il passo con l’inflazione, riducendo il potere d’acquisto dei nigeriani. La povertà si è aggravata e ampliata, soprattutto tra chi vive nelle aree urbane”, si legge nel rapporto. La Banca Mondiale sottolinea la necessità che l’economia nigeriana generi più occupazione di qualità su larga scala e riduca la povertà, soprattutto se vuole centrare l’obiettivo di diventare un’economia da 1 trilione di dollari (circa 900 miliardi di euro) entro il 2030.
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