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Economia: Accra chiede aiuto al FMI per stabilizzare il cedi

di: Redazione | 5 Agosto 2014

GHANA – Il governo di Accra si è rivolto al Fondo monetario internazionale (FMI) per avviare al più presto una serie di colloqui bilaterali e studiare i modi in cui stabilizzare la valuta nazionale ghanese, il cedi, e tenere a freno l’inflazione.

Lo si apprende dai media internazionali che danno notizia di una dichiarazione del presidente ghanese John Dramani Mahama che ha incaricato ufficialmente i suoi consiglieri economici di “aprire delle discussioni” con l’istituzione finanziaria di Washington D.C..

La valuta della seconda più importante economia dell’Africa occidentale si è svalutata dall’inizio di quest’anno del 36% rispetto al dollaro statunitense, a causa – secondo i media specializzati – della perdita di fiducia da parte degli investitori internazionali nella capacità del governo di contenere la spesa pubblica e arginare il disavanzo delle spese correnti, destinato a superare il 10% del prodotto interno lordo quest’anno.

Il mese scorso, il FMI aveva abbassato le previsioni di crescita economica per il 2014 portandole al 7,1 per cento, rispetto alla precedente stima dell’8 per cento. Scarsità di energia, inflazione e indebolimento della moneta nazionale vengono individuati come i principali limiti all’economia ghanese degli ultimi mesi. La crescita dei prezzi al consumo è aumentata al ritmo più veloce da quattro anni a questa parte, toccando un +15% lo scorso giugno.

Il Ghana ha aumentato i prezzi dei carburanti del 22% dall’inizio dell’anno, dopo che lo scorso anno aveva già ridotto i sussidi di acqua ed elettricità per contribuire a ridurre il deficit di bilancio.

A minare ulteriormente la stabilità monetaria hanno contribuito una serie di dichiarazioni contrastanti da parte degli esponenti del governo, che hanno alimentato il sospetto dell’assenza di una strategia condivisa in seno all’esecutivo su come far fronte alla crisi valutaria.

A fine luglio, il ministero delle Finanze aveva anticipato la possibilità di vendere sui mercati internazionali un’emissione di Eurobond per 1,5 miliardi, mentre non è ancora noto se al FMI verrà richiesto un prestito oppure una consulenza tecnica.

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