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Aif 2024: Adesina, il Giappone guarda all’Africa con entusiasmo

di: Andrea Spinelli Barrile | 6 Dicembre 2024

Sono un centinaio le aziende arrivate dal Giappone a Rabat, in Marocco, in occasione dell’Africa investment forum di quest’anno. Lo ha detto il presidente della Banca africana di Sviluppo Akiwumi Adesina, intervenendo ad un panel del Forum organizzato proprio dal Giappone a tema agricoltura.

Il governo del Giappone e il Fondo per l’assistenza al settore privato africano (Fapa, il principale contributo in Africa dell’agenzia per la cooperazione giapponese Jica), sono stati quest’anno i due principali sponsor dell’Africa investment forum. Parlando al panel, Adesina ha evidenziato come lo scorso anno fossero 80 i delegati giapponesi arrivati al Forum di Marrakech mentre quest’anno sono un centinaio soltanto le aziende, arrivate in massa dall’Asia nel Paese nordafricano. Un’occasione in cui il governo giapponese ha mostrato chiaramente all’Africa, e non solo, che cosa significhi fare sistema: “Abbiamo qui il fondo di private equity Amp capital, da 200 milioni di dollari, abbiamo la Jica, Lexi, le più importanti corporation del Giappone sono qui: energia, minerali critici, sicurezza energetica. Abbiamo tutte le più grandi aziende del Giappone con noi, oggi, e non potrei essere più felice: quando sono andato in Giappone per la prima volta c’era molta avversione al rischio”.

Lo slancio giapponese verso l’Africa “si osserva, in termini di volontà politica, nell’azione del governo” di Tokyo. Adesina ha ricordato anche due importanti appuntamenti africani che si terranno proprio in Giappone nel 2025: la decima Conferenza ministeriale per lo sviluppo africano che si terrà a Yokohama alla fine di agosto e la negoziazione, tra Afdb e governo giapponese, per la sesta tranche di finanziamento nell’ambito dell’Enhanced private sector assistance for Africa (Epsa): “L’ultima volta siamo arrivati a cinque miliardi di dollari” ha ricordato Adesina.

Nel suo intervento, Adesina ha detto che il Giappone, che è membro di Afdb, ha contribuito con non meno di 604 milioni di dollari nei vari processi di approvvigionamento della Banca, e “oltre a questo, ci sostiene anche con prestiti agevolati dai donatori ed è il più grande contributore di prestiti agevolati della Banca africana di sviluppo”. Adesina si è soffermato sul settore dell’agricoltura, che è uno dei settori nel quale gli investitori giapponesi sembrano mostrare attualmente maggiore interesse, ricordando che l’Africa ha ancora, oggi, il 65% delle terre arabili incolte al mondo, un dato che la rende protagonista essenziale per la sicurezza alimentare globale nel prossimo futuro: “Gli investitori dovrebbero dare un’occhiata a questo spazio” ha detto Adesina rivolgendosi alle aziende giapponesi, “perché le dimensioni del mercato alimentare e agricolo in Africa varranno la bellezza di 1.000 miliardi di dollari entro il 2030”. Il settore agricolo è quello in cui è maggiormente richiesta un’opera di modernizzazione, tema sul quale il Giappone è storicamente all’avanguardia: “Innovare per fertilizzare le colture, per usare l’Ai e i big data, innovazione per distribuire droni e monitorare umidità, meteo, distribuendo informazioni che possono usare anche gli agricoltori”, un’innovazione che nelle parole di Adesina coinvolge direttamente i fondi di private equity e i venture capitalist giapponesi. Adesina ha evidenziato un dato demografico interessante, ovvero la giovane età di questi investitori giapponesi in Africa, sottolineando la loro propensione a guardare all’Africa come un’opportunità e non più come un rischio: “Sono ragazzi che fanno investimenti in Africa perché credono nell’Africa, perché fanno innovazione” e, in Africa, non trovano solo praterie per sviluppare le aziende ma anche idee, e contesti, per aumentarne il valore sul campo.

Ricordando che “la porta della povertà è l’esportazione di materie prime, sia in agricoltura che nei minerali” e che “l’Africa è stanca di essere povera”, Adesina ha detto che “l’autostrada per la ricchezza è lo sviluppo di catene del valore che ti consentano di crescere e di essere in grado di elaborare e aggiungere valore”. L’Africa, ha detto Adesina, non vuole essere solo un fornitore di materie prime per la transizione energetica globale ma vuole diventare un “attore chiave” nella catena del valore dei minerali e, più in generale, della transizione energetica.

© Riproduzione riservata

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