di: Redazione | 4 Ottobre 2023
Nonostante la bassa quota dell’Africa sub-sahariana nelle transazioni di criptovalute su scala globale, alcuni Paesi della regione sono ben posizionati nell’indice di adozione globale delle valute digitali, che vengono sempre più utilizzate anche come scudo contro l’inflazione. Secondo uno studio pubblicato a settembre da Chainalysis, una società specializzata nell’analisi dei dati blockchain citata dall’Agence Ecofin, le transazioni di criptovaluta hanno raggiunto i 117,1 miliardi di dollari nell’Africa sub-sahariana tra luglio 2022 e giugno 2023.
Tuttavia, questo importo rappresenta solo il 2,3% delle transazioni di criptovaluta registrate in tutto il mondo.
Sebbene rimanga la “criptoeconomia” più piccola di qualsiasi regione del mondo, l’Africa sub-sahariana ospita alcuni dei mercati più sviluppati del pianeta. Praticamente assenti in alcuni paesi della regione, le criptovalute sono diventate “una parte importante della vita quotidiana di molti abitanti in diversi altri paesi”: la Nigeria è passata dall’11esimo al secondo posto nell’indice globale di adozione delle criptovalute, seconda solo all’India. Anche altri tre paesi dell’Africa sub-sahariana si posizionano bene in questo indice: Kenya (21esimo), Ghana (29esimo) e Sudafrica (31esimo).
Lo studio rivela che il panorama crypto in Africa sub-sahariana è caratterizzato da un mercato al dettaglio predominante e da un utilizzo massiccio di piattaforme centralizzate, che monopolizzano oltre il 50% del volume delle transazioni. La quota di Bitcoin nelle transazioni effettuate nell’Africa sub-sahariana ammonta al 9,3%, un tasso superiore a quello registrato in tutte le altre regioni del mondo.
Chainalysis spiega questo predominio della regina delle criptovalute con il fatto che gli utenti africani “si rivolgono a quello che viene chiamato oro digitale per trovare un’altra riserva di valore” in un contesto di inflazione alle stelle. [Da Redazione InfoAfrica]
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