di: Valentina Milani | 3 Novembre 2025
Lo Zambia ha completato il 94% del processo di ristrutturazione del proprio debito, stimato a 21,4 miliardi di dollari alla fine del 2024, secondo i dati del Fondo monetario internazionale (Fmi). Lo ha annunciato il ministro delle Finanze e della Pianificazione nazionale, Situmbeko Musokotwane, precisando che “siamo passati dal 44% al 57% nella firma ufficiale degli accordi bilaterali” e che “ogni Paese partecipante si è già impegnato a rispettare le condizioni concordate”.
Secondo un comunicato pubblicato sul profilo X del ministero delle Finanze, le negoziazioni sono concluse e restano soltanto da completare le formalità procedurali, ovvero la traduzione delle intese in documenti giuridici ufficiali.
L’annuncio arriva all’indomani delle dichiarazioni del segretario al Tesoro, Felix Nkulukusa, secondo cui un terzo si sarebbe detto disposto ad assumersi il debito del Paese nei confronti della Banca africana di import-export (Afreximbank), sbloccando così una lunga impasse. L’istituto panafricano, infatti, aveva rifiutato di aderire alla ristrutturazione alle stesse condizioni degli altri creditori, rivendicando lo status di “creditore privilegiato”, che garantisce la priorità nei rimborsi anche durante le negoziazioni sul debito.
Da oltre un anno, la posizione dell’Afreximbank rappresenta un punto di frizione nei colloqui tra Lusaka e i creditori internazionali, poiché l’esclusione della banca rischiava di ostacolare la piena uscita del Paese dallo stato di default.
Lo Zambia aveva sospeso i pagamenti sul proprio debito estero nel 2020, dopo il mancato rimborso delle eurobond e l’accumulo di arretrati verso creditori bilaterali e commerciali. Dal 2022 il Paese beneficia di un programma triennale da 1,3 miliardi di dollari del Fmi a sostegno delle riforme macroeconomiche.
Sebbene l’Fmi giudichi la posizione debitoria dello Zambia “sostenibile”, l’istituzione avverte che il Paese resta esposto a un “rischio elevato di sovraindebitamento complessivo ed esterno”.
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