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UNFSS+4: “basta aiuti, l’Africa chiede investimenti”, Abyi

di: Michele Vollaro | 28 Luglio 2025

L’Africa “non ha tempo di aspettare gli aiuti” ma ha bisogno di “finanza prevedibile”, “accesso equo alla tecnologia” e “regole commerciali giuste” per nutrire se stessa e contribuire a nutrire il mondo. È l’appello lanciato dal primo ministro dell’Etiopia, Abiy Ahmed, nel suo discorso di apertura del Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari (UNFSS+4), co-presieduto da Etiopia e Italia stamattina ad Addis Abeba.

Di fronte a una platea di capi di Stato e di governo, Abiy ha messo in chiaro le richieste del continente per una reale trasformazione agricola. “La finanza per il clima deve essere allineata ai sistemi alimentari”, ha dichiarato il Primo ministro etiope, sottolineando che il supporto deve essere visto “non come un aiuto, ma come un investimento condiviso”. Sul fronte tecnologico, Abyi ha chiesto accesso a “biotecnologie e agricoltura digitale” a una condizione precisa: “le tecnologie devono essere convenienti e condivise, non bloccate dietro alti muri”, facendo in questo modo un chiaro riferimento al tema dei brevetti.

Prima di lanciare le sue richieste, il Premier etiope ha inquadrato i progressi del suo Paese nel percorso avviato con il primo summit del 2021. Da allora, ha spiegato, l’Etiopia ha lanciato una “roadmap complessiva per la trasformazione del sistema alimentare”, allineata con le riforme macroeconomiche nazionali e focalizzata su riforme chiave in materia di uso del suolo, sviluppo agricolo e finanza rurale.

È in questo quadro che si inseriscono i risultati rivendicati da Abyi, tra cui l’aver “messo fine alle importazioni” di grano per raggiungere “l’autosufficienza alimentare”, e il successo di iniziative come la Green Legacy Initiative, che ha contribuito a piantare più di “46 miliardi di alberi”, e il programma Yelemat Turufat (che significa “l’abbondanza del cesto” in amarico) per la diversificazione della produzione agricola.

Il leader etiope ha riconosciuto il contesto di difficoltà globale, segnato da “shock climatici, conflitti e diseguaglianze”, in un momento in cui “l’assistenza allo sviluppo sta calando e la cooperazione multilaterale è sotto pressione”. Proprio per questo, ha concluso, il summit di Addis Abeba “deve segnare il momento in cui associamo le parole alla volontà, le promesse alle risorse e gli impegni al coraggio di agire”.

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