di: Andrea Spinelli Barrile | 23 Settembre 2025
In Sudafrica, pensa alla creazione di scorte alimentari di riserva gestite dallo Stato per affrontare l’insicurezza alimentare nel Paese e proteggere i consumatori da improvvise crisi globali. La proposta è stata delineata in un nuovo documento programmatico, intitolato “Staple food price trends in South Africa: a case for buffer stocks?”, presentato durante una tavola rotonda co-ospitata dall’Institute for economic justice (Iej), dalla Rosa Luxemburg Stiftung e dalla Heinrich Boll Stiftung di Città del Capo.
L’evento, parte della serie di dialoghi sulla giustizia alimentare all’interno del G20 ha coinciso con le riunioni ministeriali del Gruppo di lavoro sull’agricoltura del G20 e della Task force sulla sicurezza alimentare a Città del Capo, in vista del vertice del G20 del 2025 a novembre: gli esperti sostengono che le scorte tampone potrebbero contribuire a stabilizzare i prezzi dei prodotti alimentari, a rafforzare la resilienza contro i cambiamenti climatici e la siccità e a sostenere i piccoli agricoltori diversificando la produzione alimentare locale, compresa quella di cereali autoctoni.
Questo approccio allineerebbe gli sforzi del Sudafrica alle iniziative regionali e globali della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc), dell’Unione africana (Ua) e dell’agenda sulla sicurezza alimentare del G20.
A differenza degli attori privati, che traggono profitto dalle oscillazioni dei prezzi, le riserve pubbliche garantirebbero trasparenza e stabilità: Andrew Bennie, ricercatore senior presso l’Iej, ha detto che le scorte pubbliche sono aumentate a partire dalle crisi alimentari globali del 2007-2008 e del 2022, che hanno innescato picchi nei prezzi dei prodotti alimentari e la fame, nonostante non ci fossero carenze alimentari assolute. Le scorte di riserva, ha spiegato Bennie, funzionano acquistando cereali quando i prezzi sono bassi e rilasciandoli durante le ondate di crisi, con il potenziale di essere ampliate a livello di azienda agricola, comunità, nazionale o regionale.
Refiloe Joala, responsabile del programma di sovranità alimentare presso la fondazione Rosa Luxemburg Stiftung, ha detto che l’elevata disoccupazione e la disuguaglianza sono i principali fattori che determinano l’instabilità dei prezzi dei prodotti alimentari in Sudafrica, sottolineando che, mentre i prezzi globali delle materie prime spesso scendono, i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel Paese rimangono elevati a causa degli ampi margini di profitto di trasformatori e rivenditori: in questo senso, le scorte tampone potrebbero garantire la disponibilità di cibo durante le emergenze, fornendo al contempo al governo un meccanismo per stabilizzare i prezzi. La trasparenza e una forte supervisione, ma anche i contratti con i piccoli agricoltori, sarebbero fondamentali per il successo del sistema.
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