di: Enrico Casale | 18 Aprile 2025
La mancata concessione a Starlink da parte del Sudafrica ha acceso uno scontro tra Elon Musk e il governo di Pretoria, con toni che intrecciano politica, razza e interessi economici. Al centro della disputa, secondo quanto riportato dalla Bbc, ci sarebbero le rigide leggi sudafricane sull’emancipazione dei neri, che impongono alle aziende straniere una partecipazione azionaria locale del 30% da parte di gruppi storicamente svantaggiati.
Musk, nato proprio in Sudafrica, ha criticato su X queste normative, affermando che Starlink “non può operare perché non è nera”. Tuttavia, l’autorità nazionale per le comunicazioni (Icasa) ha smentito qualsiasi discriminazione, chiarendo che Starlink non ha mai fatto domanda di licenza. Il governo ha ribadito che la compagnia è benvenuta, purché rispetti le leggi locali.
Un possibile spiraglio si è aperto con il ministro delle Comunicazioni, Solly Malatsi, critico sulle quote obbligatorie e favorevole a forme alternative come investimenti sociali equivalenti, ma dopo mesi di impasse, nessuna deroga è stata concessa.
La vicenda si inserisce in un contesto politico teso. Gli Usa, partner commerciale chiave del Sudafrica, hanno visto deteriorarsi i rapporti con Pretoria, anche a causa di dichiarazioni dell’ex presidente Trump su presunti “genocidi” contro i bianchi, in linea con posizioni estreme rilanciate dallo stesso Musk.
Nonostante la tensione, Starlink è già operativa in oltre 20 Paesi africani, tra cui Nigeria, Somalia e Lesotho. In Sudafrica, dove il 20% della popolazione è ancora privo di accesso a Internet, un accordo potrebbe essere strategico per entrambe le parti. Ma per ora, ideologia, interessi e geopolitica sembrano prevalere.
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