di: Andrea Spinelli Barrile | 20 Maggio 2025
Il governo del Sudafrica ha intensificato le sue richieste per un approccio “più equilibrato” alla transizione energetica, sostenendo che la tutela ambientale e lo sviluppo economico devono procedere di pari passo anziché essere in contrapposizione. Lo riportano i media sudafricani, che citano le dichiarazione all’Africa Ceo Forum di Abidjan, in Costa d’Avorio, di Gwede Mntashe, ministro delle Risorse minerarie ed energetiche del Sudafrica, il quale ha detto che “dobbiamo consentire l’integrazione tra i due” e “non possiamo uccidere l’economia per salvare l’ecologia”.
Mantashe ha sottolineato quello che ha definito “uno squilibrio nella responsabilità climatica globale”, osservando che l’Africa è il continente che ha contribuito meno alle emissioni di gas serra a livello globale, ma deve affrontare pressioni sproporzionate per decarbonizzare: “Noi abbiamo una tassa sul carbonio, ma gli Stati uniti, la Cina e la Russia no” ha lementato Mantashe, che ha definito l’imposta una “tassa per noi” perché commerciamo con l’Ue. Il Sudafrica, presidente del G20 fino a novembre, si è concentrato sui temi di “Solidarietà, Uguaglianza, Sostenibilità” e sostiene la necessità di soluzioni finanziarie a sostegno della crescita e dell’inclusione, parallelamente agli obiettivi climatici.
Kgosientsho Ramokgopa, ministro della presidenza del Sudafrica, ha sottolineato durante un altro incontro al Ceo Forum che la transizione dell’Africa verso un’energia pulita deve prima di tutto affrontare i suoi bisogni primari: secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, circa 600 milioni di africani non hanno un accesso affidabile all’elettricità. “Noi siamo in transizione, non si fa transizione al buio” ha detto Ramokgopa. “Quando le luci si accendono, le industrie e la produzione si avviano e aiutiamo le persone a uscire dalla povertà e a trovare un lavoro, allora il dibattito diventa reale per l’Africa e non solo un dibattito tra élite”.
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