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Sudafrica: indice Pmi segnala contrazione del manifatturiero

di: Valentina Milani | 2 Dicembre 2025

Il settore manifatturiero sudafricano ha registrato un peggioramento a novembre: l’indice Absa Purchasing Managers’ Index (Pmi), è sceso di 7,2 punti, attestandosi a 42, il livello più basso degli ultimi mesi e ben al di sotto della soglia di 50 che separa espansione e contrazione.

Lo riferisce Reuters precisando che secondo Absa, il calo è stato determinato dal peggioramento di quattro delle cinque principali componenti dell’indice; solo l’occupazione ha mostrato un lieve miglioramento, pur restando in territorio negativo. Gli analisti della banca hanno sottolineato che il Pmi riflette variazioni effettive dell’attività e della domanda, indicando quindi pressioni rinnovate sul settore.

La contrazione di novembre è stata alimentata soprattutto dal calo degli ordini di vendita, scesi in modo marcato. La domanda estera resta debole, come avviene dalla fine del 2024, mentre il calo di novembre è attribuito in gran parte alla diminuzione degli ordini interni.

Il peggioramento ha invertito il temporaneo rimbalzo registrato nel terzo trimestre 2025, quando l’indice era tornato sopra quota 50. L’attività è di nuovo diminuita in ottobre e ulteriormente in novembre, in linea con l’andamento poco brillante dei dati ufficiali sulla produzione manifatturiera.

Dopo il calo dello 0,4% nel 2024, il comparto è avviato verso un’altra contrazione: da inizio anno la produzione risulta in diminuzione dell’1,5 per cento, senza considerare i dati dell’ultimo trimestre.

Nonostante la debolezza generale, l’indice dell’occupazione è aumentato per il secondo mese consecutivo, collocandosi sopra la media dei primi dieci mesi dell’anno, pur restando sotto la soglia di 50. I produttori continuano inoltre a operare con livelli di scorte molto bassi: l’indice delle scorte è sceso a 46,1, il minimo da maggio.

Il rapporto segnala anche un forte calo dell’indice delle consegne dei fornitori. Sebbene il dato pesi negativamente sul valore complessivo del Pmi, potrebbe indicare tempi di consegna più rapidi: un segnale positivo se dovuto a miglioramenti logistici, ma più probabilmente legato al calo degli ordini e alla minore pressione sui fornitori. Alcuni alleggerimenti nei porti sono stati registrati, nonostante le interruzioni causate dai venti a Città del Capo.

Sul fronte dei costi, la pressione si è attenuata: l’indice dei prezzi d’acquisto è sceso di 7,4 punti, sostenuto dal rafforzamento del rand e dal calo dei prezzi internazionali del petrolio. La discesa sarebbe stata più marcata senza l’elevato costo del diesel, ancora influenzato dall’andamento globale dei mercati energetici.

Infine, le aspettative sulle condizioni future sono leggermente migliorate: l’indice è salito a 50,8, tornando in territorio positivo dopo due mesi di pessimismo, pur restando ben al di sotto della media di lungo periodo. I produttori esprimono dunque un cauto ottimismo, più che un segnale di svolta.

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