di: Valentina Milani | 29 Maggio 2025
Il gruppo alimentare sudafricano Tiger Brands ha registrato risultati semestrali superiori alle aspettative, con un utile in forte crescita e la distribuzione di un dividendo speciale. Contestualmente, il colosso proprietario di marchi noti come Jungle Oats e Koo ha reso nota la vendita del proprio business nella macinazione del mais, ritenuto non più strategico.
Nei sei mesi conclusi il 31 marzo, l’utile per azione rettificato derivante dalle operazioni continuative – principale indicatore di redditività in Sudafrica – è salito del 34%, raggiungendo quota 10,21 rand rispetto ai 763 centesimi registrati nello stesso periodo del 2023. Gli analisti di Sbg Securities avevano previsto un aumento del 24%.
L’azienda ha dichiarato un dividendo intermedio di 415 centesimi per azione, in crescita del 19%, e un dividendo speciale pari a 12,16 rand, che restituirà agli azionisti ulteriori 1,8 miliardi di rand (circa 100 milioni di dollari).
Secondo quanto riferito dal gruppo, il miglioramento della gestione del capitale circolante, unito ai proventi delle dismissioni effettuate nell’ambito della razionalizzazione del portafoglio, ha determinato una solida posizione di cassa netta.
Tiger Brands ha inoltre annunciato di aver raggiunto un accordo di vendita – con un acquirente non specificato – per la cessione delle attività di macinazione del mais, tra cui il noto marchio Ace, e del proprio mulino per il grano. L’azienda ha motivato la scelta con l’aumento della concorrenza nel mercato locale e la crescente presenza di piccoli produttori regionali, elementi che hanno reso il segmento non più centrale per la strategia futura.
Sono allo studio anche ulteriori opzioni per altre divisioni non-core, tra cui King Foods, il ramo dedicato al cioccolato all’interno della categoria snack e bevande, e la controllata Chococam in Camerun.
Il fatturato complessivo del gruppo è cresciuto dell’1,9% a 18,5 miliardi di rand, trainato da un’inflazione dei prezzi del 2,1%, mentre i volumi sono rimasti sostanzialmente stabili. Su base comparabile, escludendo le attività dismesse, i volumi sottostanti sono aumentati del 2,6%.
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