di: Céline Dominique Nadler | 23 Giugno 2025
Le sei banche più importanti importanti del Sudafrica hanno superato il primo stress test sui rischi climatici della banca centrale. Lo ha dimostrato il rapporto semestrale della Banca centrale sulla salute e la resilienza del sistema finanziario del Paese, la cui analisi ha tuttavia evidenziato alcune carenze nella modellizzazione suscettibili di mascherare perdite a lungo termine, poiché gli istituti non avevano ancora integrato completamente gli indicatori di rischio climatico nei loro quadri normativi.
Secondo l’analisi, pubblicata ieri, le sei banche, Absa, Capitec, FirstRand, Investec, Nedbank e Standard Bank, hanno utilizzato i framework di scenari climatici del Network for Greening the Financial System (Ngfs) per modellare le potenziali perdite sui loro prestiti sensibili al clima.
L’Ngfs è una coalizione globale di banche centrali e autorità di vigilanza. Circa un terzo dei portafogli bancari si concentra nei settori più esposti ai cambiamenti climatici, ovvero immobiliare, prestiti alle famiglie e trasporti.
“C’erano sfide diverse in ogni organizzazione, quindi è difficile formulare raccomandazioni di ampio respiro”, ha affermato Vafa Anvari, responsabile della divisione delle vulnerabilità macrofinanziarie nel dipartimento di stabilità finanziaria della Banca centrale.
“Abbiamo collaborato con le sei banche più grandi per capire come intendevano colmare queste lacune e siamo abbastanza soddisfatti di ciò che hanno indicato come avrebbero fatto nei prossimi due anni”, ha aggiunto, prima di concludere: “Dato che questa è stata la prima esercitazione del suo genere in Sudafrica, era prevedibile che si dovessero agitare le acque per valutarne le conseguenze, e in tale contesto si è rivelato estremamente istruttivo”.
All’inizio di questo mese piogge torrenziali e venti di burrasca hanno inondato la Provincia del Capo Orientale, innescando richieste di risarcimento danni per interruzione di proprietà e attività.
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