di: Redazione | 24 Febbraio 2017
Si è aperto a Freetown, in Sierra Leone, il tredicesimo incontro regionale dell’Assemblea parlamentare paritetica Unione Europea-ACP (Africa, Caraibi, Pacifico).
In agenda ci sono diversi temi tra cui integrazione e cooperazione in Africa occidentale, pace e sicurezza, post Ebola, agricoltura e imprenditorialità nella regione. La partecipazione è ristretta a 10 deputati dell’area ACP e a 10 europarlamenari.
“Negli ultimi decenni, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, l’Ecowas, ha compiuto progressi significativi – dice a InfoAfrica Cécile Kyenge, Vicepresidente dell’Assemblea parlamentare paritetica Ue-ACP, raggiunta a Freetown dove sta prendendo parte alla riunione – l’Ecowas ha compiuto progressi significativi, l’integrazione regionale è cresciuta, in particolare con Marcel de Souza, attuale presidente dell’organizzazione che riunisce i Paesi della regione. Progressi sono stati fatti nel campo dell’uso sostenibile delle risorse naturali, della conservazione e della diversità degli ecosistemi, nel dialogo tra gli Stati, nell’armonizzazione economica e giuridica e nella lotta collettiva contro il terrorismo. Noi prenderemo in considerazione tutti questi temi e su ciascuno ci confronteremo su come affrontare il futuro”.
La riunione di Freetown rientra fra le sei assemblee regionali, oltre alle due plenarie annuali, focalizzate su ciascuna delle sei regioni in cui si articolano i Paesi ACP. Quella in corso in Sierra Leone è dedicata all’Africa occidentale, un’area che sta facendo registrare tassi di sviluppo molto buoni ma che allo stesso tempo ospita aree di crisi, elementi di instabilità e che ha anche vissuto in tre dei suoi Paesi (Guinea, Sierra Leone e Liberia) una devastante epidemia di Ebola ora conclusa.
“Nel nostro programma di lavoro è inclusa una riflessione comune sulla situazione post-epidemia di ebola – prosegue Kyenge – i Paesi della subregione che erano al centro dell’epidemia sono riusciti a debellare l’epidemia, con il contributo innegabilmente fondamentale dell’Europa, ma come organizzarsi affinché tali malattie devastanti non colpiscano più?”.
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