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Ousmane Sonko a Milano: la diaspora dopo la corsa ai partner internazionali

di: Céline Dominique Nadler | 12 Settembre 2025

Questo sabato, l’Opiquad Arena di Monza diventerà il crocevia tra la nuova politica economica del Senegal e una delle sue diaspore più vitali in Europa. L’arrivo del Primo ministro Ousmane Sonko, che giunge in Italia al termine di una frenetica offensiva diplomatica ed economica che lo ha visto attraversare continenti, da Pechino a Istanbul, non è un evento isolato. È il capitolo più recente di una strategica offensiva globale, da Pechino a Istanbul, finalizzata a dare corpo e sostanza al progetto più ambizioso del suo governo: il Piano di Rilancio Economico e Sociale (Pres).

Lanciato negli scorsi mesi, il Pres, o “Jubbanti Koom” (Raddrizzare l’economia), è la risposta del nuovo governo a un’eredità economica complessa, segnata da un deficit al 12% del Pil nel 2024. L’obiettivo del piano è mobilitare 5.667 miliardi di Fcfa (circa 8,6 miliardi di euro) entro il 2028, finanziando questa cifra al 90% con risorse puramente nazionali.

Tre sono i pilastri del Pres: la sovranità economica, volta a conferire priorità alla produzione locale in settori chiave come agricoltura, industria leggera, edilizia e digitale per ridurre la dipendenza dalle importazioni; l’equità sociale, attraverso il reindirizzamento della spesa pubblica verso sanità, istruzione e formazione, supportando al contempo il settore informale per stimolare l’occupazione di giovani e donne; e infine la razionalizzazione della spesa pubblica, con tagli drastici ai costi dello Stato, l’accorpamento di agenzie pubbliche (con un risparmio previsto di 50 miliardi di Fcfa), e la rinegoziazione dei contratti strategici nei settori minerario e degli idrocarburi.

Per finanziare questo sforzo, il governo senegalese sta ampliando la base fiscale verso settori finora poco tassati come il digitale, il “mobile money” e i giochi online. L’opposizione, tuttavia, critica questa strategia, temendo che un’eccessiva pressione fiscale possa soffocare i consumi in un contesto di investimenti pubblici in calo.

La caccia ai partner “win-win”

Nell’intento del governo, il 10% di finanziamento esterno previsto dal Pres non deve provenire dal debito tradizionale, ma da investimenti e partenariati strategici. A questo servono i viaggi di Sonko. I risultati, come documentato dal ministero dell’Industria senegalese, sembrano già concreti.

Durante la visita del Primo ministro Sonko negli Emirati Arabi Uniti, l’incontro con lo sceicco Mansour Bin Zayed al-Nahyan, vicepresidente del Paese, si è concentrato su partnership strategiche nei settori dell’energia, dell’estrazione mineraria, delle infrastrutture e degli investimenti. Il dialogo ha rafforzato una relazione di lunga data, come confermato anche da Khalil al-Mansoori, direttore esecutivo del Fondo Sovrano di Abu Dhabi per lo Sviluppo, il quale è un partner del Senegal dal 1978 e, come ribadito in questi giorni da Mansoori, intende continuare a sostenere il Paese africano, con un focus specifico su un programma di elettrificazione destinato ad alimentare le comunità rurali.

A giugno, in Cina, Sonko ha incontrato a Hangzhou colossi come Alibaba Group e Chint, lanciando un appello chiaro: “Investite in modo massiccio in Senegal”. Ha anche firmato un accordo cruciale nel settore dell’edilizia con il gruppo cinese Fanzhisheng per un investimento da 100 milioni di dollari in una fabbrica di materiali prefabbricati a Diass,  con l’obiettivo di produrre componenti per 10.000 case all’anno, che creerà 1200 posti di lavoro diretti e 2700 indiretti.

Anche la China Eximbank, il braccio finanziario di Pechino, già finanziatrice della fase 2 della Piattaforma Industriale Internazionale di Diamniadio, si è mostrata disponibile a finanziare i futuri siti industriali gestiti dall’Agenzia per la promozione dei siti industriali del Senegal (Aprosi), mentre la provincia dello Shandong, polo industriale e tecnologico della Cina, ha avviato discussioni per opportunità di cooperazione nella costruzione e gestione di piattaforme industriali.

Poche settimane dopo, in Turchia, l’obiettivo di Sonko è stato quello di triplicare il volume degli scambi commerciali, portandolo a un miliardo di dollari. Il Primo ministro senegalese ha anche presieduto alla firma di vari accordi, tra cui un memorandum d’intesa con il Gruppo Albayrak per la creazione di uno stabilimento di assemblaggio di trattori, mentre la EximBank turca  si è detta pronta a finanziare progetti strutturanti “al di fuori del bilancio dello Stato”, senza quindi aumentare il debito pubblico.

In materia di difesa, l’azienda Aser Technology ha proposto un progetto per un impianto di produzione di armi e droni in Senegal, e il settore energetico ha suscitato l’interesse da parte di investitori privati turchi nel finanziare progetti per un valore di nove miliardi di dollari.

Secondo le informazioni riferite dal ministero dell’Industria e del Commercio, altre intese testimoniano un processo di industrializzazione “in corso” in Senegal. Così un accordo con Mercedes-Benz (Daimler Truck) per l’apertura di uno stabilimento di assemblaggio di camion a Diamniadio nel 2026, o ancora il piano per rilanciare la fabbrica senegalese-iraniana Seniran-Auto, attualmente al 15% della sua capacità produttiva, per soddisfare la domanda interna di veicoli, mentre il gruppo egiziano Siltal Industrie ha inaugurato uno stabilimento di assemblaggio di elettrodomestici (investimento da 2,7 miliardi di Fcfa), che creerà oltre 240 posti di lavoro.

Anche la Norvegia, con il lancio del fondo d’investimento Norfund, che ha selezionato il Senegal tra i 30 Paesi prioritari, si è impegnata a destinare oltre quattro miliardi di dollari a settori chiave come l’agroalimentare e l’industria manifatturiera, con un focus sul finanziamento delle PMI.

Prende forma  l’industrializzazione?

Nel frattempo, secondo l’Agenzia Nazionale di Statistica e Demografia (Ansd), il fatturato industriale del Senegal è cresciuto del 22,7% nel primo trimestre del 2025, sebbene questa crescita sia trainata principalmente dall’avvio dell’estrazione petrolifera (+73,2%). Ma la vera novità è la territorializzazione dello sviluppo: il progetto di creare otto poli regionali è partito con l’assegnazione di 300 ettari a Thilmakha per un nuovo sito industriale nella regione di Thiès. A Ziguinchor,  l’imprenditore Oscar Nzalé sta per inaugurare Tenronr Hpv, un’unità di produzione di bombole di gas innovative e più sicure,  in fibra minerale, portando innovazione e industria nel cuore della Casamance.

Questi grandi progetti industriali si affiancano a partenariati locali virtuosi, come quello citato dal ministero senegalese dell’Industria tra il comune di Rufisque e Sococim-Industries per la promozione socio-economica e ambientale. Ed è sulla scia di questo tour de force, Sonko sarà a Monza questo fine settimana: dopo aver cercato capitali e tecnologie all’estero, ora si rivolgerà a quella che considera una delle principali risorse nazionali: la sua diaspora.

© Riproduzione riservata

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