di: Céline Dominique Nadler | 8 Agosto 2025
In collaborazione con OpenAi, l’operatore di telecomunicazioni francese Orange intende spingere le lingue regionali africane nel mondo dell’intelligenza artificiale (Ai), affrontando così una delle più grandi sfide del divario digitale nel continente.
Mentre l’intelligenza artificiale rivoluziona le pratiche in tutto il mondo, una realtà rimane: oltre 2000 lingue africane mancano ancora dai principali modelli linguistici utilizzati nelle tecnologie digitali. Questa carenza, in gran parte legata alla mancanza di dati di training e a risorse informatiche insufficienti, emargina una parte essenziale del patrimonio culturale e sociale africano.
Orange, una delle principali aziende di telefonia mobile operative in Africa – fornisce servizi di telecomunicazione in 18 Paesi africani, intende cambiare questa situazione e, in un comunicato, ha annunciato l’intenzione di utilizzare i modelli di intelligenza artificiale di ultima generazione sviluppati da OpenAi per integrare le lingue africane negli strumenti di Ai. Grazie a una partnership strategica siglata nel 2024, Orange ha ottenuto l’accesso anticipato ai modelli all’avanguardia raccolti localmente, per poi distribuirli a livello regionale nei 18 Paesi africani in cui opera.
L’operatore ha affermato di aver iniziato a lavorare con le lingue africane quest’anno utilizzando il modello vocale Whisper di OpenAi, ma i nuovi modelli possono estendere questo lavoro a usi molto più complessi.
I primi modelli open-weight di OpenAI dispongono di parametri addestrati, o pesi, che sono accessibili al pubblico e possono essere utilizzati da sviluppatori come Orange per modificare i modelli per attività specifiche senza richiedere dati di addestramento originali. Orange prevede di perfezionare i modelli con i campioni raccolti di lingue regionali africane e di distribuirli a livello locale.
“Abbiamo intenzione di fornire gratuitamente i modelli perfezionati ai governi locali e alle autorità pubbliche”, ha dichiarato a Reuters Steve Jarrett, responsabile dell’intelligenza artificiale di Orange.
Una svolta tecnologica con un obiettivo inclusivo: “Vogliamo che questa tecnologia sia vantaggiosa per tutti, soprattutto per le comunità locali”, ha aggiunto Jarrett. “L’obiettivo non è solo adattare i modelli a compiti specifici legati alle lingue africane, ma anche renderli liberamente accessibili a governi e istituzioni pubbliche”.
Oltre alle sfide tecniche, l’ambizione di Orange – si legge nel comunicato – è quella di colmare il divario digitale non solo attraverso la copertura di rete, ma anche attraverso un’intelligenza artificiale realmente inclusiva, in grado di comprendere e parlare le lingue quotidiane degli africani. Collaborando con start-up, ricercatori e comunità linguistiche locali, Orange e OpenAi intendono gettare le basi di un ecosistema digitale in cui le lingue africane non saranno più trascurate dal punto di vista tecnologico, ma vettori attivi di innovazione e sviluppo.
La sfida va oltre il semplice riconoscimento vocale, osserva il portale Sika Finance. Si tratta infatti di consentire a milioni di africani di interagire con strumenti digitali nella loro lingua madre e di facilitare l’accesso ai servizi pubblici digitali, all’istruzione, all’assistenza sanitaria e persino alla giustizia. Anticipando l’evoluzione dell’uso dell’intelligenza artificiale nei Paesi in via di sviluppo, Orange e OpenAI “sperano di catalizzare un ecosistema in cui le lingue africane siano cittadini di prima classe nel campo dell’intelligenza artificiale”, ha concluso Jarrett.
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