di: Enrico Casale | 7 Maggio 2025
L’aumento fino al 300% delle tariffe elettriche in Nigeria per i clienti di fascia A sta alimentando forti proteste da parte di cittadini e imprese. Nonostante la rimozione dei sussidi da parte del governo per attrarre investimenti e ridurre la spesa pubblica, la qualità dell’erogazione resta inaffidabile e il ricorso a soluzioni alternative, come generatori e pannelli solari, è sempre più diffuso e costoso.
Secondo un sondaggio pubblicato da Business Day (aprile), il 73,3% dei nigeriani si è detto contrario all’aumento delle tariffe e alla riduzione dei sussidi. Solo il 24,4% approva le nuove politiche, mentre il 2,2% è indeciso. Il 60% degli intervistati ha affermato che l’elettricità è diventata “molto più difficile” da permettersi, mentre solo il 2,2% ha riscontrato un miglioramento.
La maggioranza non crede nemmeno che le riforme porteranno benefici futuri: il 53,3% ritiene che non attrarranno investimenti né miglioreranno l’affidabilità della rete. Il 75,6% considera inoltre le attuali politiche tariffarie ingiuste.
Le testimonianze raccolte rivelano un diffuso malcontento. “Paghiamo di più per un servizio che non è migliorato. Anche il solare è diventato troppo caro”, ha dichiarato un cittadino. Altri denunciano inefficienze delle società di distribuzione (le Discos) e chiedono un intervento del governo.
Alcuni intervistati riconoscono la necessità di ridurre gli sprechi e stimolare investimenti, ma criticano il modo in cui le riforme sono state attuate. “L’aumento delle tariffe può avere senso, ma senza reti funzionanti e distribuzione efficiente è inutile”, ha commentato un partecipante.
Il dibattito resta acceso mentre la popolazione chiede soluzioni concrete a una crisi energetica che colpisce duramente famiglie e imprese.
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