di: Valentina Milani | 28 Agosto 2025
La Namibia punta a trasformare il proprio settore della pesca da esportatore di materie prime a economia ittica integrata, secondo quanto dichiarato alla ministra dell’Agricoltura, della Pesca, dell’Acqua e della Riforma fondiaria Inge Zaamwani durante una consultazione con i leader del comparto a Walvis Bay.
Il piano, parte del nuovo Programma nazionale di sviluppo, prevede di aumentare la quota di pescato lavorato localmente dal 23 al 45% in cinque anni. L’iniziativa dovrebbe creare 15.000 nuovi posti di lavoro permanenti nelle attività di trasformazione, ridurre del 60% le esportazioni di pesce non lavorato e stimolare la produzione di nuovi prodotti ittici a valore aggiunto destinati ai mercati internazionali.
Per raggiungere tali obiettivi, il governo introdurrà obblighi di lavorazione per tutti i titolari di quote di pesca, ha spiegato Zaamwani, invitando gli operatori del settore a collaborare in questo sforzo nazionale.
La ministra ha inoltre rilevato che il contributo della pesca al prodotto interno lordo è sceso dal 4,5% nel 2023 al 4,1% nel 2024, a causa della riduzione delle catture ammissibili per specie commerciali chiave come nasello e sugarello.
Per contenere l’impatto delle catture accessorie, il ministero rafforzerà i controlli sul rispetto della soglia del 2% introdotta di recente e aumenterà la tariffa sulle catture accidentali dal 15 al 50%. Verranno inoltre intensificate le misure contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata lungo i confini marittimi, soprattutto a nord, con l’introduzione di nuove tecnologie di monitoraggio e pattugliamenti congiunti con il ministero della Difesa e la polizia namibiana.
La pesca rappresenta uno dei pilastri dell’economia namibiana, contribuendo a esportazioni, occupazione e sviluppo delle comunità costiere. Le riforme annunciate si inseriscono nella più ampia strategia del Paese per diversificare l’economia e ridurre la dipendenza dalle esportazioni di materie prime.
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