di: Tommaso Meo | 26 Novembre 2025
Come può un’impresa italiana investire in Africa o in Medio Oriente riducendo i rischi e massimizzando l’impatto? Quali strumenti finanziari esistono per accompagnare le aziende in mercati complessi ma strategici? E come si integrano internazionalizzazione tradizionale e cooperazione allo sviluppo? A queste domande ha cercato di rispondere la seconda giornata della Mediterranean Innovation Agrifood Week 2025 del Ciheam di Bari, con un focus dedicato al Sistema Italia e agli strumenti a disposizione delle imprese per operare nei Paesi partner della cooperazione.
La sessione “Financial instruments for Italian companies in international cooperation” ha riunito i rappresentanti dei principali attori pubblici della diplomazia economica e dello sviluppo – dal Ministero degli Esteri ad Aics, da Ice a Simest, Cdp, oltre alla Commissione europea – per illustrare opportunità di finanziamento, strategie di mitigazione del rischio e modalità di partnership pubblico-privato in contesti come Africa e Mediterraneo.
Internazionalizzazione e mercati emergenti
Giuseppina Zarra, a capo dell’unità Pnrr del Ministero degli Esteri, ha aperto il dibattito sottolineando l’importanza di sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane anche in contesti globali instabili: “L’azione della Farnesina, in collaborazione con tutto il Sistema Paese, si articola intorno a due direttrici complementari: valorizzare i mercati emergenti e consolidare la nostra presenza in quelli maturi”. Tra le aree strategiche emergenti Zarra ha evidenziato l’Africa subsahariana, insieme ad Asia, America Latina e Penisola Arabica. Il sostegno alle imprese avviene attraverso strumenti pubblici integrati, in particolare Cassa Depositi e Prestiti, Simest e Sace, con finanziamenti mirati e agevolazioni geografiche o settoriali. Zarra ha citato l’uso dei fondi Pnrr per l’internazionalizzazione, con una dotazione di 1,2 miliardi di euro gestita da Simest, che ha permesso di finanziare oltre 5.000 imprese fino a settembre 2025, superando gli obiettivi previsti e garantendo un focus particolare sulle aziende del Mezzogiorno. L’intervento ha evidenziato come il rafforzamento della capacità del Sistema Paese di sostenere export, innovazione e sostenibilità delle Pmi sia cruciale per competere nei mercati internazionali.

Business a impatto locale
A differenza dell’internazionalizzazione tradizionale, che punta soprattutto all’espansione del business, la cooperazione allo sviluppo richiede un cambio di prospettiva: per funzionare, gli investimenti delle imprese devono generare impatto reale nelle comunità locali. È da questa esigenza che, come ha spiegato Grazia Sgarra, dirigente dell’ufficio Aics per le partnership con le imprse, nasce il modello Isi – innovativo, inclusivo e sostenibile – costruito su anni di esperienza sul campo e su un approccio rigorosamente bottom-up.
In quest’ottica si inseriscono i nuovi strumenti dell’Agenzia: dai tre bandi profit dedicati alle imprese (il quarto è in costruzione) per stimolare soluzioni innovative nei Paesi partner, fino ai prestiti agevolati della misura Sviluppo Plus per supportare gli investimenti delle imprese italiane in realtà locali. Accanto a questi, le linee di credito sovrane aprono opportunità attraverso gare internazionali e rafforzano l’imprenditorialità nei Paesi partner. Un’evoluzione resa possibile anche dal Piano Mattei, che sta accelerando le sinergie tra attori pubblici e privati e rendendo gli strumenti della cooperazione più efficaci e accessibili.
A questo proposito, Sgarra ha precisato che oltre ai bandi diretti alle imprese, tutti i bandi dell’Agenzia rappresentano delle opportunità di coinvolgimento perché le iniziative di cooperazione vanno disegnate e realizzate in partnership. “Non ci sono limiti alle partnership” ha detto “l’importante è che ciascun partner apporti valore aggiunto all’iniziativa”.
Ice: dalla rete capillare al matchmaking
Proprio sulla logica delle partnership si innesta il ruolo dell’Agenzia Ice, che si propone come partner strategico per le imprese italiane, offrendo una rete capillare di uffici in Africa e nel mondo per accompagnare le aziende nella concretizzazione dei loro progetti internazionali. Come ha spiegato Alessandro Cugno, lce non si limita a fornire servizi informativi e di orientamento, ma sviluppa percorsi concreti di internazionalizzazione che integrano formazione manageriale, scouting di partner locali e partecipazione a fiere di settore, sia nei Paesi target sia in Italia. Iniziative come LabInnova for Africa rappresentano un esempio virtuoso di dialogo tra profit e cooperazione, favorendo la crescita di startup e imprese italiane e promuovendo allo stesso tempo impatti positivi sulle comunità locali, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

I finanziamenti agevolati e le joint venture di Simest
Sul fronte del supporto finanziario, Simest rappresenta un pilastro per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, con un approccio strutturato e mirato alle diverse fasi di sviluppo all’estero. Come ha spiegato Marco Comella, capo delle relazioni corporate di Simest per il Sud Italia, “il nostro ruolo è esclusivamente di finanziatore, lasciando totalmente all’imprenditore italiano tutte le decisioni in termini industriali e commerciali”.
L’agenzia offre strumenti di finanza agevolata, investimenti in joint venture e contributi a fondo perduto per accompagnare le aziende italiane, soprattutto nelle fasi iniziali o in mercati complessi come quelli africani. La presenza diretta con uffici all’estero – dai Balcani all’Africa, dal Brasile al Vietnam – consente di combinare supporto finanziario e strategico, mentre iniziative di equity come il Fondo crescita permettono a Simest di entrare nella compagine societaria di Pmi ad alta marginalità per favorire progetti non sostenibili con la sola leva tradizionale. In questo modo, le imprese italiane possono contare su un partner istituzionale solido, in grado di ridurre rischi economici e facilitare relazioni con partner locali, garantendo continuità e impatto dei progetti internazionali.
Cdp: finanziamenti a lungo termine e sviluppo sostenibile
Cassa Depositi e Prestiti gioca un ruolo complementare nel sostenere le imprese italiane che vogliono investire in Africa, aiutandole a entrare in mercati complessi con strumenti finanziari mirati. Come ha spiegato Martina Madeo, “Cdp è pienamente attrezzata per accompagnare le imprese italiane nei mercati africani, mettendo a disposizione gli strumenti finanziari più adatti a ciascun progetto”.
L’istituto offre finanziamenti a lungo termine, fino a 15 anni, pensati per dare respiro agli investimenti, e strumenti come Sviluppo Plus, che supportano la crescita delle imprese italiane in collaborazione con realtà locali. Cdp non si limita a finanziare: organizza eventi di matchmaking e promuove gare e opportunità di collaborazione tra imprese italiane e partner africani, favorendo progetti infrastrutturali, industriali e agricoli. Grazie a questo approccio, le aziende possono crescere in modo sostenibile, creare posti di lavoro e avere un impatto positivo sull’economia locale, in linea con le priorità del Piano Mattei e dell’Agenda 2030.
Ricerca e innovazione con Horizon Europe
A completare il quadro degli strumenti disponibili, la Commissione europea supporta la cooperazione scientifica e tecnologica tra Europa e Africa attraverso Horizon Europe, il programma quadro di finanziamento della ricerca e innovazione lanciato nel 2021. Come ha spiegato Vincenzo Lorusso, della Dg Ricerca e innovazione della Commissione Ue, “stiamo lanciando iniziative che collegano startup, incubatori e centri di ricerca, creando un ecosistema di cooperazione Europa-Africa”.
Il programma coinvolge già 961 piccole e medie imprese italiane, pari al 19% delle Pmi partecipanti, con finanziamenti per 664 milioni di euro. In particolare, Lorusso ha evidenziato progetti come l’Africa Europe Innovation Platform e le iniziative dedicate alla sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile, strumenti che offrono non solo finanziamenti, ma anche supporto a business plan, proprietà intellettuale e strategie di innovazione, rafforzando la capacità dei partner africani di generare impatto economico e sociale sostenibile.
Un ecosistema integrato al servizio delle imprese
Il quadro emerso dalla sessione mostra come il Sistema Italia abbia costruito un ecosistema articolato di strumenti finanziari e non finanziari per accompagnare le imprese che vogliono investire in Africa e Medio Oriente. Dalla strategia diplomatica della Farnesina agli strumenti di Aics per la cooperazione, dai finanziamenti agevolati di Simest e Cdp al supporto operativo di Ice, fino ai programmi europei di ricerca e innovazione, le opportunità esistono e sono sempre più coordinate grazie anche all’impulso del Piano Mattei.
La sfida ora è far conoscere questi strumenti alle imprese – soprattutto Pmi – e semplificarne l’accesso, trasformando la complessità dei mercati emergenti in opportunità concrete di crescita sostenibile e di impatto per le comunità locali.
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