di: Michele Vollaro | 26 Novembre 2025
Si alza oggi a Rabat il sipario sull’edizione 2025 dell’Africa Investment Forum (Aif), il principale mercato transazionale del continente che per tre giorni trasformerà la capitale marocchina nel centro nevralgico della finanza africana. Organizzato dalla Banca africana di sviluppo (AfDB) sotto l’alto patronato del Re Mohammed VI, l’evento punta quest’anno sul tema “Colmare il divario”, con l’obiettivo dichiarato di ridurre il cronico divario infrastrutturale mobilitando massicci capitali privati verso progetti strutturati.
A fare gli onori di casa nella cerimonia di apertura sarà il presidente del gruppo AfDB, Sidi Ould Tah, che traccerà la rotta per i partner finanziari e i governi presenti. L’apertura ufficiale vedrà un immediato confronto politico guidato dalla ministra dell’Economia del Marocco, Nadia Fettah Alaoui, che ospiterà un dialogo strategico sulle riforme necessarie ad attrarre investimenti esteri insieme ai ministri delle Finanze di pesi massimi regionali come l’etiope Ahmed Shide, lo zambiano Situmbeko Musokotwane e l’ivoriana Kaba Nialé. A seguire, la parola passerà ai vertici delle istituzioni finanziarie chiamate a sostenere i progetti: nel panel dei partner fondatori interverranno tra gli altri anche Samaila Zubairu, amministratore delegato di Africa finance corporation (Afc), e Alain Ebobissé, amministratore delegato di Africa50, per discutere l’utilizzo di strumenti di de-risking e partenariati pubblico-privati.
Oltre alla cornice istituzionale, il forum entrerà nel vivo dei settori strategici per il futuro del continente. Grande spazio sarà dedicato alla trasformazione digitale, con focus sulle infrastrutture necessarie per connettere i 900 milioni di africani ancora offline, e alla valorizzazione dei minerali critici. Su questo fronte, leader industriali come Guy-Robert Lukama, presidente della compagnia statale congolese Gécamines, discuteranno strategie per abbandonare la semplice esportazione di materia prima e integrarsi nelle catene del valore globali. Il cuore operativo della tre giorni resteranno comunque le “Boardrooms”, sessioni negoziali a porte chiuse dove governi e istituzioni di sviluppo presenteranno progetti per miliardi di dollari a fondi sovrani e investitori privati, con l’obiettivo di chiudere accordi vincolanti su energia, trasporti e industria.




