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Mali: aziende straniere sotto il tiro degli islamisti

di: Andrea Spinelli Barrile | 27 Maggio 2025

Dall’inizio di maggio, sono almeno tre gli attacchi dei gruppi islamisti contro aziende private straniere operanti in Mali nella zona occidentale. Una dinamica che è piuttosto nuova, visto che fino ad oggi gli islamisti nel Sahel hanno concentrato le loro azioni contro i militari.

Lo si apprende dall’agenzia africana Apa e dai resoconti di alcuni media locali.

Il teatro principale è il distretto di Yélimané, dove i gruppi jihadisti stanno espandendo il loro raggio d’azione prendendo di mira i cantieri stradali e le aree minerarie. Sabato la società cinese China overseas engineering group (Covec), ha subito un attacco armato lungo la strada Rn1 a Tirena-Marena, dove ha un cantiere, nel circolo di Yélimané, regione di Kayes: questo è stato il terzo attacco in tre settimane nel Mali occidentale. Il 4 maggio, un primo attacco ha preso di mira una società cinese di ricerca dell’oro a Laghamané: oltre alla notizia non sono mai stati diffusi dettagli sull’entità dell’attacco né sulle conseguenze. A questa offensiva è seguito un assalto più strutturato il 17 maggio contro un convoglio minerario tra Diéma e Sandaré: due camion sono stati incendiati, un escavatore danneggiato e due pick-up portati via. Secondo fonti locali, durante gli scontri sono rimasti uccisi circa sette soldati maliani e sono stati sequestrati quattro veicoli e armi pesanti. Infine, il 24 maggio a Tirena-Marena, sono stati sabotati i progetti di riabilitazione stradale gestiti dalla Covec: gru, cisterne, magazzini e negozi sono stati dati alle fiamme e anche se al momento non sono state rilasciate cifre ufficiali, è probabile che i lavori sulla Rn1, un’arteria fondamentale che collega Kayes al confine con il Senegal, subiranno un nuovo rallentamento.

Questi tre episodi, verificatisi successivamente in diverse località del circolo di Yélimané, dimostrano che la minaccia jihadista ha raggiunto una nuova fase: i gruppi armati stanno ora ostacolando progetti infrastrutturali e attività minerarie che in precedenza non venivano attaccati.

La Covec ha sospeso “temporaneamente” le proprie attività e a Laghamané la ricerca dell’oro è ora bloccata per motivi di sicurezza. Secondo il progetto Acled (Armed conflict location and event data), il gruppo Jnim, affiliato ad Al-Qaeda, ha condotto una serie di attacchi continui nel Mali occidentale, inclusa l’area di Kayes, dall’inizio del 2025 e la sua strategia pone chiaramente l’accento sugli assi stradali e sui siti economici stranieri, in risposta ai progetti dello Stato maliano e dei partner internazionali. L’indebolimento della presenza militare in quest’area aumenta la vulnerabilità delle infrastrutture civili e l’esercito maliano, ancora fortemente mobilitato al centro e al nord, fatica a proteggere la regione di Kayes e i suoi assi strategici.

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