di: Céline Dominique Nadler | 18 Agosto 2025
La designazione recentemente acquisita dal Kenya come principale alleato non Nato (Mnna) degli Stati Uniti è potenzialmente a rischio dopo che una proposta del senato statunitense ne ha richiesto la revisione appena un anno dopo la sua concessione. Lo riferisce la stampa keniana, precisando che il senatore statunitense James Risch ha presentato un emendamento al National Defense Authorization Act (Ndaa) per l’anno fiscale 2026, che prevede una rivalutazione di 90 giorni dello status del Kenya.
Se approvato, l’emendamento imporrebbe al segretario di Stato statunitense Marco Rubio di presentare entro 180 giorni un rapporto sugli orientamenti in politica estera e le partnership di difesa del Kenya e sulla situazione dei diritti umani nel Paese.
La revisione esaminerà le relazioni del Kenya con Cina, Russia e Iran, nonché eventuali legami politici o finanziari con gruppi militanti come i somali di al-Shabaab e le Forze di Supporto Rapido (Rsf), paramilitari sudanesi. Valuterà inoltre se Nairobi abbia abusato del supporto di sicurezza e intelligence degli Stati Uniti per compiere rapimenti, torture o altre violazioni dei diritti umani, e delineerà eventuali accordi o cooperazioni militari che il Kenya potrebbe aver intrattenuto a partire dal 24 giugno 2024.
La mossa riflette la crescente preoccupazione di Washington per l’allineamento globale del Kenya, nel contesto dei più ampi sforzi degli Stati Uniti per rivalutare le sue partnership strategiche in Africa. La designazione Mnna, detenuta da soli 18 Paesi in tutto il mondo, garantisce l’accesso a finanziamenti militari, addestramento congiunto e consegna prioritaria di equipaggiamenti per la difesa.
Come riportato da Bne IntelliNews, il Kenya è diventato il primo Paese dell’Africa subsahariana a ricevere questa designazione in seguito alla visita di Stato del presidente William Ruto a Washington. Secondo il Dipartimento di Stato statunitense, lo status di Mnna viene assegnato a Paesi con stretti legami strategici e militari con gli Stati Uniti, ma che non siano membri della Nato.
A giugno la Casa Bianca ha dichiarato che la designazione mirava a rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di sicurezza, antiterrorismo e crescita economica, con un’ampia formazione congiunta e la condivisione di intelligence nell’ambito della stabilizzazione del Corno d’Africa.
Da parte sua il governo sudanese aveva condannato il Kenya per aver pianificato di ospitare colloqui con le Rsf, accusato di genocidio in Darfur. Il ministero degli Esteri sudanese aveva definito l’iniziativa una “grave minaccia” alla sicurezza regionale e una violazione del diritto internazionale in una dichiarazione rilasciata il 12 aprile. Il Kenya aveva poi respinto le accuse, definendole false e fuorvianti.
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