di: Michele Vollaro | 28 Luglio 2025
Il terzo Vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari (UN Food System Summit Stocktaking Moment, UNFSS+4) ha preso effettivamente il via ieri non dalle sale conferenze della Commissione economica per l’Africa (Uneca) dove oggi parleranno la presidente del consiglio italiana Giorgia Meloni e il suo omologo etiope Abyi Ahmed, ma direttamente dai campi agricoli etiopi. La giornata inaugurale, battezzata “Action Day”, ha visto centinaia di delegati internazionali partecipare a una serie di visite sul campo per osservare le soluzioni concrete che il Paese ospitante, l’Etiopia, sta mettendo in campo per la trasformazione agricola.
Uno dei siti principali è stato il Centro per la ricerca agricola di Melkassa (Marc), un polo di eccellenza dell’Istituto etiope per la ricerca agricola (Eiar) specializzato nello sviluppo di tecnologie e sementi per le zone aride e semi-aride del Paese. La visita ha messo in luce il ruolo strategico della ricerca scientifica nel costruire la resilienza ai cambiamenti climatici, un tema che sarà centrale nei lavori del summit.
Proprio a margine della visita, il direttore generale dell’Eiar, Nigussie Dechassa Robi, ha fornito a InfoAfrica un’importante anticipazione sulle strategie future dell’Etiopia. Parlando delle sfide nella diffusione delle nuove varietà resistenti alla siccità, ha confermato l’intenzione del governo di Addis Abeba di riformare la politica agricola nazionale per incentivare un maggiore coinvolgimento del settore privato.
“Il settore privato deve essere coinvolto nella moltiplicazione e nel commercio delle sementi”, ha dichiarato Robi a InfoAfrica.
La mossa, ha spiegato il direttore dell’Eiar, è necessaria per superare i limiti del sistema pubblico, tra cui la “carenza di sementi” e la “scarsa consapevolezza” tra gli agricoltori. Il nuovo modello si baserà sulla concessione di licenze a aziende private per la commercializzazione delle varietà sviluppate con fondi pubblici, che rimarranno comunque “proprietà pubblica”.
Ma la visita a Melkassa è stata solo una delle tessere del mosaico presentato ieri dall’Etiopia per mostrare la sua strategia a doppio binario. Altri delegati sono stati infatti accompagnati a visitare i cluster di coltivazione del grano nel distretto di Bora, presentati come un modello per raggiungere l’autosufficienza nazionale, e le filiere ad alto valore aggiunto promosse nell’ambito dell’iniziativa governativa Yelemat Turufat (che significa “l’abbondanza del cesto” in amarico), un programma lanciato nel 2022 per potenziare la produzione di latticini, pollame, miele, pesce e avocado, destinata anche ai mercati internazionali.
L'”Action Day” di ieri ha così fornito un contesto concreto ai dibattiti che si aprono oggi. Le soluzioni viste sul campo – dalla ricerca scientifica di Melkassa ai modelli di partenariato pubblico-privato – saranno ora messe alla prova nelle sale della diplomazia, dove la sfida sarà trasformare queste esperienze locali in strategie finanziabili e replicabili su scala continentale.
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