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Eni, il continente vale oltre la metà delle sue attività

di: Andrea Spinelli Barrile | 9 Giugno 2025

Secondo il rapporto 2024 di Eni, il 61% dei pagamenti globali effettuati lo scorso anno dalla società italiana è stato destinato a Stati africani. I flussi rendicontati comprendono tutte le imposte sul reddito, le royalty operative, i premi di firma e di produzione, nonché i pagamenti in natura convertiti in valore monetario di riferimento.

Nel 2024, Eni ha versato poco più di 5,7 miliardi di dollari ai governi africani nell’ambito delle sue attività di esplorazione e produzione di idrocarburi, pari al 61% del totale dei suoi pagamenti globali, che hanno raggiunto circa 9,1 miliardi di dollari. Questo dato evidenzia la centralità strategica del continente africano nel modello di business dell’azienda. A livello globale, i pagamenti di Eni avevano toccato quasi 9,7 miliardi di dollari nel 2023, segnando una diminuzione del 6,5% nel 2024.

Il rapporto di Eni viene pubblicato ogni anno in conformità alla direttiva europea sulla trasparenza per le imprese del settore estrattivo, che impone alle società quotate nell’Unione europea (Ue) di rendere noti in dettaglio tutti i flussi finanziari significativi verso gli Stati in cui operano. Nel 2024, Eni ha effettuato pagamenti a nove Paesi africani. I tre principali beneficiari sono stati: la Libia, con 2,1 miliardi di dollari; l’Algeria, con 1,2 miliardi; e l’Egitto, con 826 milioni. Questi tre Paesi da soli hanno ricevuto quasi la metà dell’intero ammontare versato dal gruppo a livello mondiale. Seguono Nigeria (566 milioni), Congo (413 milioni), Ghana (345 milioni), Costa d’Avorio (175 milioni) e Tunisia (154 milioni).

Il peso dell’Africa nei pagamenti di Eni è spiegato dalla struttura delle sue operazioni nel continente. Il gruppo sfrutta giacimenti a basso costo unitario attraverso contratti di condivisione della produzione, che comportano una tassazione più diretta, più visibile e generalmente più elevata rispetto ad altre aree del mondo. Le attività si basano inoltre su solidi partenariati con compagnie statali come Sonatrach, Egas, Nnpc e Petroci. I versamenti più consistenti sono legati ad asset maturi, con infrastrutture già operative e un elevato tasso di recupero, elementi che garantiscono a Eni una redditività significativa nonostante il carico fiscale, ma che determinano al contempo una dipendenza strutturale da tali progetti.

Nonostante gli impegni dichiarati per la transizione energetica, Eni continua a dipendere in larga misura dai proventi derivanti dai combustibili fossili africani. Una scelta che solleva dubbi e interrogativi sul futuro di un modello economico basato sul carbonio, proprio mentre il continente africano affronta con crescente urgenza le sfide del cambiamento climatico.

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