di: Valentina Milani | 27 Maggio 2025
Le autorità egiziane hanno completato il prosciugamento delle acque sotterranee che minacciavano da anni il sito cristiano di Abu Mena, nei pressi della città costiera di Alessandria, con l’obiettivo di farlo rimuovere dalla lista dei patrimoni mondiali in pericolo dell’Unesco. Lo riportano i media locali precisando che al termine dei lavori di drenaggio avviati nel 2022, una delegazione guidata nei giorni scorsi dal patriarca della Chiesa copta ortodossa Tawadros II e da alti funzionari del ministero delle Antichità ha visitato il sito archeologico. Presenti anche il ministro del Turismo e delle Antichità, Sherif Fathy, e la direttrice dell’ufficio regionale dell’Unesco per Egitto e Sudan, Nuria Sanz.
Il complesso storico è incentrato sulla figura di san Mena, martire dei primi secoli del Cristianesimo, il cui sepolcro ha dato origine a un importante centro di pellegrinaggio. Il sito, inserito nel patrimonio mondiale nel 1979, venne classificato nel 2001 come “in pericolo” a causa dell’innalzamento della falda acquifera, che minacciava le rovine di chiese, abitazioni, edifici pubblici e botteghe.
“Ora siamo riusciti ad abbassare il livello delle acque sotterranee, e abbiamo avviato lavori di restauro e interventi di conservazione archeologica”, ha dichiarato Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità. “Più attori stanno cooperando per far tornare Abu Mena nella lista regolare del patrimonio mondiale, possibilmente già dal prossimo anno”, ha aggiunto.
Il sito custodisce ancora oggi i resti di una basilica a croce latina, un battistero, edifici civili, strade, case e spazi destinati ai pellegrini in transito verso Gerusalemme. “Da piccolo luogo di culto è divenuto un grande centro di spiritualità, con ambienti per l’accoglienza dei pellegrini e una basilica costruita sopra l’altare originario”, ha ricordato il sacerdote copto Taddaeus Ava Mina.
I lavori di restauro e riqualificazione del sito, inseriti in un programma multilaterale di cooperazione con l’Unesco, proseguiranno nei prossimi mesi per consentire la piena valorizzazione e riapertura dell’antico complesso cristiano.
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