di: Valentina Milani | 28 Ottobre 2025
L’Egitto prevede di perforare circa 480 nuovi pozzi esplorativi di petrolio nei prossimi cinque anni, con investimenti complessivi superiori a 5,7 miliardi di dollari. Lo ha annunciato il ministro del Petrolio e delle Risorse minerarie, Karim Badawi, durante il World Energies Summit in corso a Londra.
Come nota Reuters riportando la notizia, il piano rientra nella strategia nazionale per l’esplorazione e la ricerca di idrocarburi fino al 2030. Nel solo 2026, sono previste 101 perforazioni, di cui 67 nel deserto occidentale, 9 nel Golfo di Suez, 14 nel Mediterraneo e 6 nel delta del Nilo.
Badawi ha spiegato che l’ampliamento delle attività di esplorazione e produzione è il risultato delle misure di incentivo adottate nell’ultimo anno, che hanno attratto nuovi capitali e partner internazionali. Nell’ultimo esercizio, sono stati infatti firmati 21 nuovi accordi con compagnie straniere, per un valore complessivo di 1,1 miliardi di dollari.
Il ministro ha ricordato che l’Egitto sta attuando una roadmap fino al 2030 per incrementare la produzione interna di petrolio e gas, in collaborazione con le principali imprese energetiche globali. Ha inoltre invitato le compagnie internazionali a proseguire gli investimenti nel Paese, sottolineando che l’Egitto “offre un ambiente stabile e un quadro normativo favorevole per gli investimenti”.
Badawi ha ribadito l’obiettivo del governo di consolidare il ruolo dell’Egitto come hub energetico regionale, grazie alla posizione geografica strategica e a infrastrutture sviluppate per la produzione, la raffinazione e l’esportazione.
Negli ultimi mesi, Il Cairo ha annunciato nuove partnership con grandi compagnie internazionali. Lo scorso fine settimana, il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha incontrato John Christmann, amministratore delegato della statunitense Apache Corporation, e John Ardill, vicepresidente per l’esplorazione globale di ExxonMobil, per discutere l’espansione delle attività comuni.
A luglio, l’Egitto ha firmato un nuovo accordo con l’italiana Eni e la britannica Bp per accelerare l’esplorazione offshore nel Mediterraneo, mentre a giugno la società statale Egas ha assegnato sei nuovi blocchi di esplorazione a compagnie energetiche internazionali, attirando investimenti per circa 245 milioni di dollari e l’impegno a perforare almeno 13 pozzi esplorativi.
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