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Africa: cucine pulite, aumentano i finanziamenti

di: Andrea Spinelli Barrile | 22 Luglio 2025

Nel corso dell’ultimo anno sono stati inviati ai Paesi africani oltre 470 milioni di dollari nell’ambito di un’iniziativa internazionale volta a eliminare metodi di cottura obsoleti e le relative emissioni nocive, con un investimento totale promesso pari a 2,2 miliardi di dollari. Lo ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), Fatih Birol, in un’intervista a Bloomberg: “Speriamo di vedere una cifra simile quest’anno, se non di più. Speriamo che, con gli sforzi internazionali provenienti dall’Africa e da altre parti, possa essere ancora più alta. Vedo un crescente slancio e credo che il 2025 sarà un punto di svolta”.

Oggi, oltre 900 milioni di persone in Africa, circa il 75% della popolazione, continuano a cucinare con fuochi aperti, fiamme libere e stufe rudimentali che bruciano carbone e legna, metodi che causano secondo l’Onu la morte prematura di oltre 800.000 persone ogni anno, per lo più donne e bambini, e contribuiscono alla deforestazione e all’aumento delle emissioni di carbonio.

Secondo Iea, nel 2024 sono stati stanziati finanziamenti per due terminali di gas di petrolio liquefatto in Tanzania, fabbriche di stufe in Malawi, un programma di installazione di stufe in Costa d’Avorio e impianti di stoccaggio del carburante in Uganda e Nigeria. Nel 2023, gli investimenti nel settore in Africa hanno visto un aumento del 10% rispetto all’anno precedente, con uno stanziamento totale di 675 milioni di dollari e si prevede che continueranno a crescere nel 2024-25 con l’espansione dei progetti.

La Iea pone particolare attenzione al sistema dei crediti di carbonio, che sta diventando una fonte di finanziamento per la transizione energetica ma che, al contempo, nasconde parecchie insidie per la scarsa trasparenza: nel 2024, i ricavi derivanti dalla vendita di carbon credit ammontavano a 107 milioni di dollari, in forte aumento rispetto ai 25 milioni di dollari del 2020. Negli ultimi dieci anni, i progetti per la fornitura di stufe pulite hanno fornito l’80% di tutte le transazioni di carbonio nel settore energetico del continente, principalmente in Kenya, Uganda, Malawi, Ghana e Ruanda.

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