di: Ernesto Sii | 17 Luglio 2025
Il governo italiano ha presentato la seconda relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano Mattei, aggiornata al 30 giugno 2025. Il documento, trasmesso alle Camere il 9 luglio, offre uno spaccato dettagliato delle ambizioni, della struttura finanziaria e, soprattutto, dei progressi concreti di un’iniziativa che si pone come fulcro della politica estera italiana verso il continente africano. Quello che appare evidente sin da subito analizzando il documento realizzato dal Centro documentazione e ricerche di Camera e Senato è che negli ultimi 12 mesi sul Piano Mattei si è continuato a lavorare.
La relazione contiene effettivamente molte nuove progettualità assenti nella precedente relazione e delle quali nei mesi scorsi si erano avute notizie o anticipazioni. Se da un lato quindi la relazione evidenzia un forte impulso all’espansione e all’internazionalizzazione del Piano, dall’altro un’analisi puntuale delle iniziative mostra un quadro composito, molto sfaccettato con progetti già operativi affiancati da numerosi interventi ancora in fase preliminare. Così accanto a iniziative più concrete, come la firma di accordi o la concessione di finanziamenti, se ne trovano alcune più interlocutorie che annunciano ”l’avvio” di una progettualità o “l’impegno” a dare seguito ad altre.
La relazione, comunque, inizia delineando tre obiettivi prioritari che hanno guidato l’azione del governo finora. In primo luogo, un significativo ampliamento geografico (con i 5 Paesi che nel 2025 si sono aggiunti ai 9 Paesi prioritari identificati in fase di lancio), il secondo obiettivo è lo sviluppo di partenariati internazionali , con un’enfasi particolare sulla sinergia con il piano “Global Gateway” dell’Unione Europea. Questa collaborazione si è concretizzata nel vertice del 20 giugno e riguarda progetti strategici come il Corridoio di Lobito e altre infrastrutture energetiche e digitali. Infine, il governo pone l’accento sulla questione del debito dei Paesi africani, con l’annuncio di voler convertire circa 235 milioni di euro di crediti bilaterali in progetti di sviluppo nei prossimi dieci anni. Iniziativa politica di sicuro rilievo, ma di efficacia limitata.
Sul fronte finanziario, la relazione evidenzia che il Piano si avvale sia di nuovi strumenti interni, come il “Plafond Africa” da 500 milioni di Cassa Depositi e Prestiti, la “Misura Africa” di Simest da 200 milioni e garanzie Sace per 2 miliardi , sia della cooperazione con istituzioni come la Banca Mondiale e la Banca Africana di Sviluppo, presso cui è attivo un fondo multilaterale dedicato con una dotazione di circa 140 milioni di euro di contributi italiani e 25 milioni di dollari versati dagli Emirati Arabi Uniti.
Lo stato di avanzamento delle iniziative: un bilancio dettagliato
Il cuore della relazione è però dedicato allo stato di avanzamento dei progetti. Dall’analisi del documento emergono 64 iniziative specifiche distribuite tra i vari settori d’intervento. Tuttavia, il loro grado di maturità appare disomogeneo.
Riepilogo delle iniziative per settore:
- Istruzione, Formazione e Cultura: 24 iniziative
- Energia: 14 iniziative
- Agroalimentare: 10 iniziative
- Acqua e Infrastrutture: 12 iniziative
- Sanità: 4 iniziative
Procedendo a una classificazione basata sulla concretezza delle azioni descritte, si può tracciare una linea di demarcazione tra progetti già definiti e operativi e quelli ancora in fase di avvio o discussione.
- Iniziative concrete (29 totali): In questa categoria rientrano azioni come la firma di accordi (“firmato”, “sottoscritto”), la pubblicazione di bandi (“pubblicato bando”), l’allocazione di fondi (“finanziamento”, “deliberato”), la creazione di entità legali (“istituita”), l’identificazione precisa di siti (“identificata area”), l’avvio di corsi specifici (“avviato il corso inaugurale”) o la conclusione di analisi (“terminata l’analisi”).
- Iniziative interlocutorie o preliminari (35 totali): Questa categoria include attività descritte con verbi come “avviata” (riferito a discussioni, realizzazioni o iniziative generiche), “proseguita collaborazione”, “impegno a sostenere”, “diffusione”, “selezionate iniziative” o la cui attuazione è indicata come imminente (“verranno a breve avviati”).
In conclusione, la seconda relazione sul Piano Mattei dipinge il ritratto di una strategia in piena evoluzione, che consolida le sue fondamenta finanziarie e geopolitiche. L’analisi puntuale delle iniziative rivela un’architettura complessa, dove a fondamenta già gettate e progetti operativi si affianca un vasto cantiere di opportunità ancora da concretizzare. La vera sfida, nei prossimi mesi, sarà trasformare le numerose iniziative “avviate” e “interlocutorie” in risultati misurabili e tangibili per le popolazioni africane e per il partenariato italo-africano.
L’altra doppia sfida sarà tutta interna all’Italia procedendo da un lato ad una maggiore e migliore (più puntuale) comunicazione dei progetti selezionati e in fase di lavorazione (a beneficio sia dell’opinione pubblica che degli attori pubblici e privati, così come delle ong) e dall’altro al chiarimento delle procedure necessarie e con le quali aziende, ong e altri soggetti possono contribuire al Piano Mattei.
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