spot_img

La Costa d’Avorio si presenta agli investitori al Business Forum di Roma

di: Céline Dominique Nadler | 9 Ottobre 2025

Sviluppare le potenzialità di una relazione bilaterale rafforzata tra Italia e Costa d’Avorio è stato al centro del Business Forum organizzato questa settimana a Roma dall’ambasciata di Costa d’Avorio e da Confindustria Assafrica & Mediterraneo sede della Società Geografica italiana. Potenzialità tanto più ampie che già nel 2024, l’Italia è diventata il secondo maggiore esportatore europeo verso la Costa d’Avorio, e il nono maggiore fornitore del Paese su scala mondiale, come ha sottolineato l’ambasciatrice ivoriana Nogozene Bakayoko intervenendo in apertura dei lavori dell’incontro.

Inoltre – ha aggiunto – oltre a Eni, molto attiva nel Paese nel settore Oil&Gas, la Costa d’Avorio ospita oltre 200 aziende italiane, mentre il commercio bilaterale con l’Italia ha raggiunto 532 milioni di euro tra gennaio e luglio 2024, per un aumento di oltre il 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nello specifico, durante il primo semestre del 2024, le esportazioni italiane verso il Paese hanno registrato un aumento costante, raggiungendo 194 milioni di euro: la tecnologia rimane un settore chiave di queste esportazioni, contribuendo per oltre il 23% del totale, con prodotti come l’acciaio, il ferro, macchine agricole e gli elettrodomestici.

Secondo i dati divulgati dall’ambasciata durante l’incontro, si osserva altresì un aumento significativo nell’export di prodotti ivoriani verso il mercato italiano, con un incremento di ben il 70% tra gennaio e luglio 2024, raggiungendo un valore totale di 338 milioni di euro, rispetto ai 196 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Tra i beni esportati in Italia dominano i prodotti agricoli come cacao, noci di cocco e olio di palma, nonché petrolio.

Bakayoko ha infine insistito sulla porta d’ingresso che la Costa d’Avorio può costituire a livello regionale a un mercato di 410 milioni di consumatori all’interno della Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ma anche, a livello continentale, al più vasto mercato dell’Area di libero scambio continentale africana (AfCFTA), stimato in oltre 1,2 miliardi di consumatori.

Peraltro, l’economia della Costa d’Avorio è una delle più dinamiche della zona dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidenetale (Uemoa), con un tasso di crescita medio annuo del 7% nel periodo 2025-2027. Il Paese, che contribuisce per il 40% al Pil dell’Uemoa, con un volume di commercio estero del 35%, è la seconda economia dell’Africa occidentale – dopo la Nigeria – nonché la nona a livello continentale.

Il Piano di Sviluppo Nazionale (Pnd) 2026-2030 annunciato dal governo a gennaio mira a consolidare i risultati riscossi dal precedente Pnd, con l’obiettivo di portare la Costa d’Avorio al rango di Paese a reddito intermedio entro il 2030, in particolare attraverso lo sviluppo di settori prioritari come l’agroindustria, l’industria estrattiva, le infrastrutture, l’economia digitale e il turismo. Ed è proprio per questo processo di industrializzazione e diversificazione intrapreso che la Costa d’Avorio “si rivela un Paese molto strategico per le piccole e medie imprese italiane”, ha fatto osservare al folto pubblico presente in sala Martina Opizzi, vice presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo.

In effetti, la Costa  d’Avorio ha avviato un ambizioso piano di trasformazione strutturale della propria economia con l’obiettivo di trasformare almeno il 50% delle materie prime prodotte localmente entro il 2030. Tra queste, il cacao, di cui il Paese mantiene la posizione di primo produttore mondiale con oltre il 40% del mercato globale. La Costa d’Avorio è anche il primo produttore mondiale di anacardi con oltre il 20% della  produzione globale, il secondo esportatore mondiale di tonno, il primo produttore africano di gomma naturale, il secondo produttore africano di olio di palma, il terzo produttore africano di caffè e il quinto produttore africano di cotone. Tutte filiere dove il know-how italiano potrebbe fare la differenza, contribuendo a portare il valore aggiunto ambito dalle autorità ivoriane.

In eco all’ambasciatore e direttore del Centro Relazioni per l’Africa (Cra), Giuseppe Morabito, che ha lodato l’inedita collaborazione tra i ministeri italiani sancita dal Piano Mattei, Fabio Massimo Ballerini, dirigente della Struttura di missione Piano Mattei presso la presidenza del Consiglio dei ministri, ha citato un esempio concreto, ricordando la riapertura, dopo un’assenza di 20 anni, della sede dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) in Costa d’Avorio, Paese entrato tra le prime nove nazioni focus del Piano Mattei, il Piano strategico del governo italiano per la costruzione di un nuovo partenariato con gli Stati africani. A questo proposito, Ballerini non ha mancato di ricordare che la popolosa città portuale di Abidjan è anche sede della Banca africana di Sviluppo (AfDB), principale partner del Piano Mattei.

Il Business Forum è stato anche l’occasione per Cassa Depositi e Prestiti, Sace e Simest di mettere in evidenza tutti gli strumenti a disposizione delle imprese italiane per internazionalizzarsi nel continente africano, regione inclusa nel Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-Ue ad alto potenziale presentato quest’anno dal governo, mentre il Sistema Paese della Costa d’Avorio è stato presentato dal Comitato nazionale per il monitoraggio dei partenariati pubblico-privato (Cnp-Ppp), dal Centro per la promozione degli investimenti (Cepici) e dalla Camera di commercio e industria.

© Riproduzione riservata

Articoli correlati

Innovaton Week Bari

spot_img

I Podcast

spot_img

Rubriche