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Coltivare idee, generare impatto: la lezione dell’Innovation Week 

di: Tommaso Meo | 28 Novembre 2025

Tutti i semi hanno bisogno di un terreno fertile per germogliare. Lo stesso vale per le idee innovative, che richiedono ascolto, fiducia, sostegno economico e un accompagnamento professionale per crescere e generare impatto.

Da cinque edizioni il Ciheam Bari lavora proprio in questa direzione, costruendo una piattaforma dedicata all’innovazione che mette al centro imprenditorialità giovanile e visioni ambiziose. La Mediterranean Innovation Agrifood Week, conclusa oggi, è stata un laboratorio di idee e co-creazione, dove startup, imprese, istituzioni e giovani innovatori da Mediterraneo e Africa hanno trasformato intuizioni in opportunità. Un’identità sintetizzata nel motto “Meet, Share, Empower”, che ha guidato l’intera settimana: incontrarsi, condividere, potenziare. Tre azioni che hanno definito il carattere della Mia Week come spazio di collaborazione paritaria tra attori diversi.

La partecipazione è stata ampia: 350 ospiti da 30 Paesi, oltre 60 startup da 12 nazioni, business support organization, incubatori, 14 organizzazioni internazionali, 50 esperti e dieci investitori. Il tema centrale era immaginare nuovi ecosistemi locali dell’innovazione come leve di cambiamento, costruiti secondo modelli bottom-up in grado di restituire localmente competenze e di generare imprese solide e pronte alle sfide della transizione verde e digitale.

L’innovazione, come ricordato dal direttore del Ciheam Bari, Biagio di Terlizzi, nasce dalla collaborazione tra pubblico, privato, ricerca e comunità. Durante la Innovation Week è emerso con chiarezza come la cooperazione internazionale e il Sistema Italia stiano convergendo verso un modello integrato che unisce diplomazia economica, strumenti finanziari e sviluppo, valorizzando partnership pubblico-private nei Paesi partner. Accanto all’internazionalizzazione delle imprese italiane, la cooperazione introduce una prospettiva complementare: investire per rafforzare ecosistemi locali, creare opportunità e co-progettare soluzioni con attori africani e mediterranei. Il coordinamento tra Farnesina, Aics, Ice, Simest, Cdp e Commissione europea offre oggi strumenti finanziari, mitigazione del rischio e percorsi di collaborazione che uniscono competitività, sostenibilità e impatto.

Damiano Petruzzella, a capo dell’Innovation Hub del Ciheam Bari, ha sottolineato che la vera accelerazione dell’innovazione deriva dalla capacità di mettere in relazione ecosistemi diversi. La Puglia, con il Ciheam di Bari in testa, può svolgere un ruolo strategico come ponte tra Italia e Mediterraneo, diventando un hub innovativo capace di connettere startup, imprese, incubatori e istituzioni locali con reti internazionali. “Se si rafforzano le capacità delle business support organization e le si accompagna a creare connessioni locali e internazionali, l’accelerazione è enorme”, ha detto Petruzzella, ricordando che la call di quest’anno ha raccolto oltre 800 candidature. Molte startup presentate a Bari offrono soluzioni che oggi riguardano anche l’Europa, ma il valore più grande resta quello umano: “La vera innovazione sono le persone”.

Nel corso della Mia Week dieci startup finaliste, selezionate tra candidature italiane e internazionali, si sono sfidate sul palco del Ciheam Bari davanti a investitori ed esperti. I primi due premi sono andati ad Athel Technology Limited, impresa keniana ideatrice della cucina solare EcoMpishi, e ad Agritopia, startup palestinese che ha sviluppato un sistema di disinfezione dell’acqua a base di ozono. Mentorship sono state assegnate anche all’egiziana Agricash, alla keniana Insp Corp e all’italiana Bead Roots.

Un’attenzione speciale è stata dedicata alla Palestina e al suo ecosistema dell’innovazione, rappresentato da dieci startup finaliste del progetto Sanet, sostenuto dalla cooperazione italiana tramite il Ciheam. La delegazione palestinese ha mostrato come l’innovazione agricola assuma un significato profondo in un contesto segnato da sfide strutturali. Come ha ricordato il ministro dell’Agricoltura dell’Autorità nazionale palestinese, Rezq Salimia, “l’innovazione praticata quotidianamente dagli agricoltori palestinesi è una forma di resistenza”. Le startup palestinesi presenti attive nell’agritech, nella gestione idrica e nelle soluzioni per la resilienza rurale hanno portato esempi concreti di tecnologia come strumento di autonomia economica, adattamento climatico e rafforzamento delle comunità locali.

La Mediterranean Innovation Agrifood Week si è quindi confermata come un punto d’incontro unico, dove idee, esperienze e visioni hanno trovato terreno fertile. Sono intervenute anche importanti imprese italiane con le loro storie concrete, così come organizzazioni internazionali, e sono stati affrontati temi di grande rilevanza e urgenza per istituzioni e aziende, dai finanziamenti alla necessità di una trasformazione digitale sostenibile.

L’evento ha dimostrato che innovazione significa soprattutto collaborazione: mettere in relazione talenti, ecosistemi, istituzioni e investitori, per trasformare le intuizioni in soluzioni capaci di generare impatto concreto sul territorio e oltre i confini. Come ogni seme ha bisogno di cure per germogliare, anche le idee innovative prosperano quando incontrano fiducia, sostegno e connessioni solide. La Mia Week ha rappresentato esattamente questo: uno spazio dove coltivare visioni ambiziose, potenziare capacità e costruire insieme il futuro dell’agroalimentare mediterraneo e africano.

© Riproduzione riservata

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