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Codeway: strumenti finanziari per la cooperazione dei privati

di: Andrea Spinelli Barrile | 16 Maggio 2025

La necessità di un cambio di paradigma nella cooperazione allo sviluppo e il rafforzamento del ruolo del settore privato passano necessariamente attraverso il potenziamento degli strumenti finanziari italiani destinati ai soggetti, italiani ed europei, che investono in cooperazione. È stato questo il complesso tema al centro del panel “Finanziare la cooperazione”, nell’ambito del festival Codeway, che per l’occasione ha visto istituzioni, enti finanziari e operatori confrontarsi sulle nuove traiettorie del sistema italiano.

“Stiamo cercando di mettere le buone idee al centro, da qualunque attore provengano, pubblico o privato, e costruire intorno a queste gli strumenti finanziari adeguati”, ha detto Carlo Batori, direttore generale della Cooperazione italiana al Ministero degli Esteri. La logica è quella di un partenariato “reale”, in cui strumenti e soggetti cooperano in modo integrato, e per il quale l’Africa e il Piano Mattei rappresentano il timone.

Leone Gianturco, del ministero dell’Economia, ha sottolineato la difficoltà di far combaciare strumenti e obiettivi e la necessità di avere “per ogni obiettivo uno strumento finanziario”. “Chiediamo molto, troppo, alle imprese. A volte anche tutto insieme. Serve più ascolto e un miglior uso degli strumenti europei di de-risking”, ha spiegato Gianturco.

Per Francesco Masera, di Cassa Depositi e Prestiti, la legge n. 125 ha avviato un profondo cambiamento e “oggi possiamo sostenere pienamente le imprese, con risorse proprie e con il Fondo Italiano per il Clima, che rappresenta uno degli assi portanti del Piano Mattei in Africa”. Sace e Simest hanno illustrato strumenti e misure dedicate alla crescita internazionale delle imprese italiane, in particolare delle piccole e medie imprese, con attenzione ad Africa, sostenibilità e formazione. “La nostra misura Africa – ha spiegato Federica Ingrosso di Simest – copre anche spese per personale locale formato: non è solo export, è trasferimento di competenze”.

Grazia Sgarra, dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), ha evidenziato come il sistema stia superando i vecchi modelli di finanziamento e di come le istituzioni oggi stiano “consegnando alle imprese una cassetta degli attrezzi ricca e integrata”. E ciò anche grazie all’accelerazione impressa dal Piano Mattei, come ricordato da Paolo Lombardo di Cdp: “L’Italia si sta dotando oggi di strumenti che altri Paesi hanno da decenni”. Lombardo ha inoltre sottolineato come la nuova capacità di “fare sistema” stia rafforzando in modo significativo la presenza e la sostanza, della cooperazione italiana.

Anche il mondo bancario, rappresentato da Nicola Maria Botta della Banca Popolare di Sondrio, ha ribadito l’importanza della conoscenza dei territori e degli strumenti tecnici, come i facilitation programme. Rita Ricciardi di Bergs&More, che vanta 25 anni di esperienza pratica sul campo in Africa, ha infine lanciato un appello alle imprese e alle istituzioni: “Servono più insistenza e consapevolezza: gli strumenti ci sono, ma non vengono usati”.

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