spot_img

Codeway: al via tre giorni di incontri per sviluppare “insieme”

di: Celine Camoin | 14 Maggio 2025

Codeway nasce con la parola “insieme”: mettere insieme soggetti diversi. Saranno circa 200 i relatori italiani e internazionali, oltre 60 i panel, conferenze e incontri, con una nutrita presenza delle Nazioni Unite, in questa tre giorni presso la Fiera di Roma. Lo ha ricordato Massimo Zaurrini, direttore di Internationalia e moderatore della sessione inaugurale, intitolata “Il settore privato e la cooperazione”.

Dal vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, è giunto un messaggio di supporto: “Codeway è un appuntamento molto significativo per il nostro Paese e per la sua capacità di presentarsi come attore globale della cooperazione e punto di riferimento a tutto campo per i nostri partner. Una piattaforma dove imprese, istituzioni, organizzazioni internazionali e società civile si riuniscono per presentare i propri progetti e immaginare insieme nuove e concrete iniziative. L’ampiezza delle sfide dell’oggi e del domani – dalle migrazioni alla sicurezza alimentare, dalla salute alla creazione di impiego, fino alla transizione energetica – impone di mobilitare tutte le risorse disponibili, tanto finanziarie quanto in termini di competenze. L’incontro tra attori tradizionali, imprenditoria e mondo della finanza di settore è quindi sempre più un’esigenza obbligata per fare la differenza ed essere motori di un’azione di politica estera che deve mettere sempre la persona al centro”.

Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, nel suo intervento al panel inaugurale ha ricordato la particolarità dell’Italia nella propria strategia di internazionalizzazione: un’internazionalizzazione che punta sulla qualità, sul “fare del bene” senza paternalismi, sulla costruzione di relazioni umane, portando nel Sud globale l’esperienza di un Paese tecnologicamente sviluppato e capace di costruire rapporti internazionali solidi.

Cirielli ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento dell’attore privato, annunciando un nuovo bando con l’obiettivo non solo di agevolare economicamente il nostro sistema, ma nella convinzione che l’interazione tra pubblico e privato possa innescare un meccanismo win-win: creare posti di lavoro, trasferire competenze, far nascere joint venture tra aziende italiane e africane. Il privato, ha aggiunto, consente il trasferimento di tecnologie e l’aumento del valore aggiunto nelle filiere. Il coinvolgimento dell’impresa non deve limitarsi a essere semplice destinataria di fondi, ma farsi promotrice di partenariati con attori istituzionali – l’Aics, lo Stato italiano nel suo complesso – anche nell’ambito del Piano Mattei.

Proprio il Piano Mattei è stato più volte richiamato anche dal ministro ghanese dell’Istruzione, Haruna Iddrisu, che ha lanciato un vibrante appello alla collaborazione con l’Italia nello sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel sistema educativo del Ghana. “Il Piano Mattei è non solo strategico, ma monumentale. Lascia un’impronta indelebile nello sviluppo globale. Vogliamo trarne il massimo vantaggio, soprattutto nell’ambito della trasformazione digitale e dell’inclusione delle Tic in tutti gli aspetti dell’educazione. Il governo del Ghana si impegna a creare un ambiente favorevole”. Iddrisu ha insistito sull’importanza di posizionare il settore privato accanto ad altri partner per preparare le nuove generazioni. “Abbiamo tutti la responsabilità di investire nell’educazione dei giovani, attraverso le Tic. L’Africa e il Ghana non possono farcela da soli: abbiamo bisogno di trasferimento di tecnologie, vogliamo imparare dal vostro modello”. Sognando il futuro, ha parlato di un progetto per la creazione di un centro d’eccellenza nel settore delle tecnologie dell’informazione e comunicazione, fondato da Italia e Ghana.

Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio ed ex presidente della Federazione internazionale di Croce rossa e Mezzaluna rossa, ha offerto alcune riflessioni. “In un momento in cui molti Paesi occidentali stanno tagliando i propri aiuti, in un tempo di sfide mai viste prima, è importante sottolineare la ferma volontà dell’Italia, al di là delle diverse visioni dei governi succedutisi, di non ridurre gli stanziamenti per la cooperazione”.

Sebbene quantitativamente più rilevante, “l’Unione europea è strutturalmente incapace di ampliare politiche di reale collaborazione che mettano al centro lo sviluppo dei Paesi beneficiari, in particolare dell’Africa occidentale. In questo senso, il modello italiano è virtuoso: sa mettersi in ascolto, evita approcci calati dall’alto”. Rocca ha poi citato la Palestina: “Non posso non ricordare quella terra che si chiama Palestina, Territori occupati, non Giudea e Samaria, che necessita oggi di un intervento urgente, in un contesto in cui il diritto internazionale viene fatto a brandelli. L’Italia deve impegnarsi per rimettere al centro il multilateralismo. Non deve essere centrale chi aiuta, ma le ong locali, le istituzioni, le università. Questo è il modello vincente. Il Piano Mattei non serve solo a contenere i flussi migratori, ma a restituire dignità umana. Perché la migrazione, quando forzata per mancanza di opportunità, è una negazione della dignità. Parliamo di un continente ricco, troppo spesso sfruttato e trascurato. Il mio auspicio più forte è un recupero del dialogo multilaterale. Stiamo assistendo a un massacro del diritto internazionale umanitario. Ma con la cooperazione italiana possiamo portare pace in tanti Paesi che stanno soffrendo”.

A concludere la sessione inaugurale, l’intervento di Enrico Bagnasco, amministratore delegato di Sparkle e presidente di Confindustria Assafrica e Mediterraneo, che ha ricordato come l’associazione rappresenti oltre 160 aziende italiane attive da anni in Africa e Medio Oriente, capaci di costruire relazioni umane e commerciali durature: “L’impresa italiana – ha detto – è caratterizzata da elementi unici: innovazione, qualità, bellezza del prodotto, trasferimento di know-how. Fare business insieme, nello spirito del Piano Mattei e dell’incontro di oggi”.

Le aziende di Assafrica, ha concluso Bagnasco, conoscono il contesto e le persone. “Vediamo un miglioramento continuo nella capacità di collaborare. È un merito che voglio riconoscere al governo italiano e ai governi con cui ci interfacciamo regolarmente, oltre che alle istituzioni finanziarie, che ci garantiscono stabilità nello sviluppo del business. Le potenzialità del continente africano sono immense, a partire dal capitale umano e dal suo posizionamento geografico”.

© Riproduzione riservata

Articoli correlati

spot_img

I Podcast

spot_img

Rubriche