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Camerun: ripartono i lavori dello stadio di Olembe

di: Redazione | 17 Gennaio 2023

La costruzione dello stadio di Olembe riprenderà dopo una controversia tra il governo camerunese e la società canadese incaricata della sua costruzione. La società canadese Magil, subentrata all’italiana Piccini su sfondo di disaccordi, ha annunciato nel fine settimana la ripresa dei lavori per questi giorni. Lo riferiscono diversi media locali precisando che è stato raggiunto un accordo con il governo camerunense.

Il fascicolo “stadio della discordia” è tornato alla ribalta in Camerun nelle ultime settimane. Si tratta del grande complesso sportivo di Olembé, alla periferia di Yaoundé, che in extremis ha ospitato le partite più importanti dell’ultima coppa d’Africa delle nazioni (Can). Secondo quanto riportato da ActuCameroun all’inizio del mese, l’azienda Magil, aveva annunciato la rescissione unilaterale del contratto e la presentazione di un esposto all’arbitrato internazionale. Il sito d’informazione aveva pubblicato una comunicazione del ministero dello Sport riferendo che al momento dell’entrata in azione della Magil, lo stadio principale, il centro commerciale, l’albergo e due stadi minori per l’allenamento erano già stati costruiti, e accusando addirittura la Magil di non aver completato alcuna delle componenti lasciate dalla Piccini. L’impresa veniva accusa di aver usato stratagemmi per gonfiare le fatture e rallentare i lavori, e di aver agito in una logica di ricatto. Il governo intendeva pertanto chiedere all’impresa la restituzione dell’anticipo versato prima dell’avvio lavori e di un prestito del valore di 4 miliardi di franci Cfa (6 milioni di euro).

Una volta approvato il progetto di realizzazione di questo stadio, nel 2015 la costruzione era stata affidata al gruppo italiano Piccini, per una commessa da 163 miliardi di franchi Cfa, quasi 250 milioni di euro. Alla fine del 2019 Piccini venne sostituita dal gruppo canadese Magil, che chiede altri 55 miliardi di Cfa, 82 milioni di euro. Fonti camerunesi informate sulla questione hanno denunciato spesso a InfoAfrica l’opacità che circonda il progetto e le somme di denaro astronomiche sprecate per la realizzazione dell’infrastruttura. [Da Redazione InfoAfrica]

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